Nel post-pandemia, laboratori di rigenerazione urbana da Nord a Sud, e sperimentazioni innovative in provincia

A chi serve la città? Una risposta multipla, declinata in cantieri, progetti e concorsi

Paola Pierotti, PPAN
20. aprile 2021
Nursing Home Panorama, Lovere (Bg). Render di Laboratorio Permanente

“A chi serve la città” è invece il titolo del libro di Marina Dragotto, storico direttore Audis, mancata a giugno del 2020, e uscito a febbraio di quest’anno per ZeL edizioni, curato con Federico Della Puppa. “Prima c’era da rottamare e recuperare porzioni dismesse della città, poi da rigenerare, a cominciare dalle periferie degli anni ‘50 e ‘60 la cui bellezza sta nel capitale sociale e nella capacità di incessante divenire. Oggi – si legge sul sito di Audis – sono più vive dei centri storici ingessati e più capaci di ricucire l’insieme urbano. C’è da definire e valutare la qualità che è soprattutto connessione, complessità, mixitè, contaminazione”. Temi di grande attualità per il post-pandemia ( ) che si vanno a rintracciare in alcuni progetti di rigenerazione di aree dismesse, in opere di architettura frutto di concorsi (molti dei quali aggiudicati nelle città di provincia), e che sono le sfide di diverse gare aperte, come quella di Europan16.

Aree dismesse da rigenerare, modelli a confronto. A Bergamo, nell’area ex Ote, sta salendo il cantiere di Chorus Life, promosso dal cavaliere del lavoro Domenico Bosatelli con il gruppo industriale Costim: un modello di “città del futuro – spiegano i promotori – per il terzo millennio, dove le tre generazioni potranno vivere, socializzare e crescere insieme, sotto la guida di un player unico che integra l’applicazione delle tecnologie digitali al settore del real estate, nell’intento di migliorare efficienza e coordinamento, e sfruttando economie di scala”. Il progetto è di JDP architects e il piano di rigenerazione prevede un mixed use con 80 residenze, un’area interamente dedicata al wellness e al benessere, un hotel da 110 camere e la futura arena di Bergamo che ospiterà fino a 5mila posti, oltre alle gallerie commerciali e gli spazi per la ristorazione. Un concept da industrializzare e potenzialmente replicare in altre città e territori.

Chorus Life. Immagine tratta da chorus.life

Un unicum sarà invece il progetto in fase di sviluppo nel comune di Saronno, sotto la guida dell’imprenditore Giuseppe Gorla, che ha comprato la ex Isotta Fraschini – 120mila mq di superficie, da valorizzare con un parco di 60mila mq – e che ha coinvolto l’architetto Cino Zucchi per uno sviluppo che farà leva sulla cultura e l’arte, e tenendo conto delle potenzialità dell’asse ferroviario che collega Milano con Malpensa. Al posto di quello che è stato uno dei primi insediamenti industriali, sviluppato a partire dal 1880, un mix funzionale ad alto valore aggiunto. E tra i partner, nell’ambito di un polo universitario, si conta già l’adesione dell’Accademia delle Belle Arti di Brera.

Rsa, scuole, chiese. Nuove risposte dal mondo dell’architettura. Tra i concorsi aggiudicati recentemente anche quello assegnato a Laboratorio Permanente nell’ambito di una gara privata promossa dalla Fondazione Beppina e Filippo Martinoli per l’ampliamento della Casa della Serenità, a Lovere (un piccolo comune di poco più di 5mila abitanti nella bergamasca), affacciato sul Lago di Iseo. “Nursing Home Panorama” è una delle prime case di riposo dopo lo scoppio della pandemia per Covid-19 che si distingue come prototipo di residenza sanitaria con una nuova filosofia di cura, dove natura e paesaggio sono al centro di un innovativo modello terapeutico.
In Valle d’Aosta, invece, nel comune di Verrès, Cinque A e la società d’ingegneria Sertec Engineering Consulting si sono aggiudicati la gara per la nuova casa dello studente, ricavata dalla rigenerazione di uno degli edifici dell’ex cotonificio Brambilla. Flessibilità e innovazione, senza dimenticare il contesto dell’ambito d’intervento: questo l’identikit dell’approccio del giovane studio veneto.
Da Nord a Sud, le novità più interessanti passano quasi sempre per i concorsi e all’inizio dell’anno per il nuovo centro parrocchiale di Terrasini (Palermo) – bandito dalla diocesi di Monreale sotto la supervisione dell'Ufficio nazionale dei beni culturali ecclesiastici e l'edilizia di culto della Cei – è stato scelto il progetto, firmato dal gruppo guidato dallo studio di Genova Olivieri Office (Davide Olivieri) con AM3 Architetti Associati e TMS engineering. Una chiesa contemporanea che cerca il dialogo con il quartiere gettando le sue radici nel territorio e che indirizza i suoi volumi verso il cielo a simboleggiare la sacralità e la proiezione verso il divino.

Nuovo centro parrocchiale, Terrasini (Pa). Render tratto da bce.chiesacattolica.it

Per la sedicesima edizione del concorso Europan, l’Italia si candida con due siti fuori dai radar delle grandi città: Bitonto in provincia di Bari e San Donà di Piave nel veneziano. Sono questi i due comuni in lizza con altri 38, in 9 paesi europei, per l’edizione dedicata al tema “Living Cities”, le “Città da vivere”, nell’intento di dare sostanza a un nuovo paradigma che promuove sinergie possibili tra la dimensione ambientale, biologica, sociale, economica, culturale e politica.
Rivitalizzazione, recupero e cura sono le parole chiave attorno cui i progettisti under 40 potranno sviluppare la propria idea di città resilienti, immaginando soluzioni in grado di riconnettersi ai cicli e ai ritmi della natura vivente. Lo slogan scelto per Bitonto è “Paesaggi che dialogano con il centri urbani” e ai progettisti si chiede di dare forma al sistema delle piazze dello stesso comune e delle frazioni di Palombaio e Mariotto; in Veneto invece l’area di progetto è l’autostazione dell’Azienda Trasporti Veneto Orientale, con lo slogan “Dall’autostazione ATVO ai nuovi metabolismi urbani”.
La consegna delle proposte è attiva fino al 17 settembre, i risultati saranno pubblicati poi entro il 20 dicembre 2021.

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