Da Venezia a Cagliari, passando per Genova e Ventimiglia. La rigenerazione si prende cura del rapporto tra acqua e centri abitati

Waterfront italiani, la città-porto come categoria urbana

Francesca Fradelloni, PPAN
30. gennaio 2024
Museo del Mediterraneo - Zaha Hadid Architects - ©Zaha Hadid Architects

Essere città d’acqua è uno status strategico per molti territori. Infatti, se il rapporto città-porto è al centro delle trasformazioni urbane degli ultimi anni, l’analisi dei luoghi e l’interpretazione della forma offrono una chiave di lettura per la comprensione delle differenze e della unicità di questi ambiti che dal mare, o più in generale dall’acqua, possono trarre rinnovati benefici.

È una questione di scala e non solo. Lo dimostra l’interesse dello studio Lissoni Casal Ribeiro che ha partecipato e vinto il concorso per la nuova piazza di Laveno, “Il Lago in Piazza”, indetto dal piccolo paese sulle sponde del Lago Maggiore. L'obiettivo era quello di fornire un nuovo dinamismo che ristabilisse un rapporto armonico tra la vita quotidiana e il lago, da qui l’idea di un prolungamento di un movimento dolce e sinuoso del lago verso il centro di Laveno. Il progetto prevede anche una nuova pista ciclabile che in futuro potrà essere ulteriormente prolungata per abbracciare integralmente il lago. «Il progetto - raccontano i progettisti – punta sullo viluppo sostenibile con attenzione a turismo lento e responsabile, che permetta alle persone di godere appieno della bellezza offerta da queste località».

Il Lago in Piazza - Lissoni And Partners - ©lissoniandpartners.com 

Il tema dei fronti d’acqua è inevitabilmente una questione italiana, con una costa lunga 7.456 chilometri e una posizione centrale rispetto al Mediterraneo. Proprio nel Mediterraneo si concentra il 30% del trasporto marittimo globale, e l’Italia con i suoi 58 porti punta a intercettarne una quota significativa. Per riuscire a colmare il gap con le altre strutture europee saranno utili in parte i fondi previsti dal Pnrr che proprio sui porti italiani tenta di investire 9,2 miliardi di euro. Oltre alle grandi infrastrutture, con attenzione a economie sovra-locali, i fronti d’acqua sono un tema di disegno di suolo che non di rado coinvolgono team interdisciplinari per studiare mix funzionale e soluzioni progettuali in linea con la domanda e con il tempo.

Si lavora in questa direzione da Palermo (dove un team guidato da Valle 3.0 è al lavoro per il ridisegno di un edificio-interfaccia, che includa il terminal crociere) e a Trieste, dove Atelier(s) Alfonso Femia è stato incaricato per la realizzazione di due chilometri di parco lineare a ridosso del Porto Vecchio.

Parco lineare di Trieste - Atelier Femia - ©atelierfemia.com

A Genova il progetto del waterfront di Levante gioca un ruolo importante nel ridefinire una nuova immagine di città, un fronte porto che rinasce sulla base di un affresco dell’archistar Renzo Piano. Nell’area dell’ex Fiera, ancora una volta è lo studio Rpbw a indicare la rotta per valorizzare la cerniera tra porto e città con nuove funzioni urbane e portuali, pubbliche e private. Si prevede un grande parco urbano, una darsena, residenze, uffici, studentati, strutture commerciali, apart-hotel e all’interno la grande trasformazione dello storico Palasport, che diventerà il nuovo distretto culturale, sportivo e commerciale non solo della città, ma di tutto il nord Italia. In questa operazione tra gli altri studi e società coinvolte ci sono Obr e Starching.

Waterfront di Levante - Rpbw, Obr - ©Rpbw, ©Obr

A Ventimiglia intanto avanza il progetto di rigenerazione urbana del fronte d’acqua sviluppato dalla società Ventimiglia Marina Development Corporation, che fa capo all’imprenditore olandese Robert Thielen, sceso da 19mila a 15mila metri quadri, con una riduzione della parte residenziale (da 130 a 60 alloggi) e un potenziamento dell’accoglienza, a detta di molti è un’occasione da non perdere per il centro ligure. Si parla di un investimento di 250 milioni di euro, con ricadute sull’indotto stimate di almeno 4 volte tanto. Il progetto è a firma di One Works, l’obiettivo è di migliorare l’offerta ricettiva e turistica della città valorizzando al contempo le preziose ricchezze storiche e culturali presenti sul territorio.

Tra i concorsi più recenti aggiudicati sul tema del waterfront c’è quello vinto da Park Associati che prevede di restituire a Catania la sua vocazione originaria di città di mare: l'intento è quello di ridisegnare il waterfront per quattro chilometri donando una nuova prospettiva alla città siciliana, che deve il suo fascino e la sua prosperità alla vicinanza del mare e della montagna, due elementi che l’hanno resa unica. I progettisti hanno studiato come trasformare i rischi legati alla gestione dell’acqua in risorse per l’economia e per una migliore qualità della vita. ll masterplan prevede rive accessibili, specchi d’acqua e discese a mare per favorire l’interazione, saranno inoltre create aree alberate e spazi aperti che diventeranno infrastrutture attive per la regolazione idraulica e la protezione dalle alluvioni. Dalla Pa (nel frattempo è stata rinnovata la giunta) si rimane in attesa di un riscontro per i prossimi passi.

Waterfront di Catania - Park Associati - ©parkassociati.com

Sul waterfront di Cagliari è prevista invece una promenade a firma di Stefano Boeri Architetti. Ricostruire il rapporto intimo tra Cagliari e il suo mare la finalità sia del sindaco, Paolo Truzzu, che dei progettisti. Ispirandosi alla tradizione di Cagliari di strade alberate, la visione dello studio milanese si sviluppa come uno spazio pubblico continuo, pedonale e ombreggiato. Spazio che funge da polmone verde, promuovendo la socialità cittadina e servendo da collegamento tra la città e il mare. Una parte significativa del progetto è in linea con la filosofia di forestazione urbana. Oltre a preservare gli alberi esistenti, saranno piantati più di 200 nuovi arbusti e verranno creati 5.700 metri quadrati di aree green. Questo nuovo parco cittadino sarà facilmente accessibile da tutto il centro storico, contribuendo anche a trattenere polveri sottili, assorbire CO2 e mitigare gli effetti dell'urbanizzazione.

Tra le novità quella che riguarda il lavoro firmato da Arup con Alberto Cecchetto e Proap per i waterfront di Venezia e Chioggia. Le aree al centro del progetto di fattibilità tecnica ed economica sono, per Venezia, quelle lato banchina comprese tra S. Andrea e S. Basilio, per un totale di 17 ettari e, per Chioggia, quelle dell’area Saloni e via Maestri del Lavoro, circa 13 ettari. Il gruppo si è aggiudicato la gara la scorsa estate e a inizio anno ha iniziato i lavori. L’intento è quello di mettere in connessione spazi che non si parlano, valorizzando le aree portuali e il patrimonio esistente con l’attivazione di nuove dinamiche funzionali che creino nuovi servizi di socialità, cultura, economia, accoglienza e aggregazione, intervenendo anche nelle aree degradate. Il lavoro dei progettisti ha come priorità quello di creare una nuova identità urbana che coinvolga la rigenerazione delle aree dell’Autorità portuale con nuove destinazioni.

 

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