Dal Bulgari al Six Senses passando per Palazzo Ripetta, recupero del patrimonio e design contemporaneo

Hotellerie, l’estate romana che punta sul turismo di lusso

Paola Pierotti, PPAN
12. giugno 2023
Bulgari hotel, suite, living room ©ACPV ARCHITECTS Antonio Citterio Patricia Viel

La salute del settore alberghiero è ottima nella Capitale, dove in queste settimane ha aperto i battenti il nuovo Bulgari Hotel Roma, il secondo hotel in Italia e la nona gemma della collezione mondiale Bulgari Hotels & Resorts, che attualmente comprende le proprietà di Milano, Londra, Parigi, Dubai, Pechino, Shanghai, Bali e Tokyo, in attesa delle prossime aperture alle Maldive e Miami (2025) e a Los Angeles (2026).

Nella centralissima Piazza Augusto Imperatore, l'hotel firmato Acpv Architects

Antonio Citterio Patricia Viel (come per l’interior di tutti gli altri Bulgari Hotels & Resorts) rappresenta un unicum nella storia della maison, una celebrazione della romanità più raffinata, fuori dai cliché, e una vetrina del miglior design e artigianato italiano, un grande patrimonio esaltato attraverso una serie infinita di dettagli.

Bulgari hotel, Spa, ©ACPV ARCHITECTS Antonio Citterio Patricia Viel

L'edificio monumentale, di fronte al Mausoleo di Augusto e all'Ara Pacis, ospita l'hotel per una superficie complessiva di 14mila metri quadrati, su sette piani, di cui uno interrato. Una nuova vita per lo splendido esempio di architettura razionalista: progettato dall'architetto Vittorio Ballio Morpurgo e costruito tra il 1936 e il 1938, inaugurato nel 1950 dal primo ministro italiano Alcide De Gasperi come sede dell'Inps, l'Istituto Nazionale della Previdenza Sociale.

Sono 114 le camere, molte delle quali sono suite. Sono decorate in quattro palette cromatiche diverse nei colori bianco, giallo, rosso e verde e ognuna di esse offre una splendida vista. Situata al terzo piano, la Bulgari Suite ha una superficie di 300 metri quadrati e un affaccio spettacolare sul Mausoleo di Augusto. Ancora, il Bulgari Hotel Roma ospita cinque offerte gastronomiche diverse, tutte a cura dello chef di fama mondiale Niko Romito. Il progetto paesaggistico de La Terrazza, curato da P'Arcnouveau, è stato concepito come una tipica terrazza romana, con oltre 200 vasi che richiamano i giardini delle antiche ville capitoline. Nell’offerta della nuova destinazione dell’hospitality di lusso anche una biblioteca, con una raccolta di preziosi volumi d’arte romana, design, storia e architettura, e anche una spa di 1.500 mq con una piscina coperta di 20 metri, decorata a memoria dei motivi delle Terme di Caracalla.

Palazzo Ripetta, Prestige Twin, progetto di studio Gaetani e MOI architetti

A pochi passi dal nuovo Bulgari intanto, verso Piazza del Popolo, ha riaperto da qualche mese Palazzo Ripetta, meta dell’hospitality e del buon cibo, con un chiosco a cielo aperto ribattezzato «Piazzetta Ripetta». San Baylon è hotel e ristorante, a cui si aggiunge il cocktail bar. L’operazione, una delle poche gestite da una famiglia e non da una catena internazionale, è voluta dall’imprenditore Giacomo Crisci e riporta in vita gli spazi secenteschi dell’hotel 5 stelle del gruppo Ginobbi. Due anni di cantiere per l’imponente opera di restauro, dove le 78 camere e suite sono state rinnovate con la curatela degli studi Fausta Gaetani Design e M.o.i. Architetti.

La squadra che ha contribuito al ridisegno di questo scrigno romano vede in campo Alessia Meli, Director of F&B Operations, Dario Laurenzi con la sua agenzia Laurenzi Consulting insieme all’architetto Roberto Liorni. Un progetto che intreccia cucina e design, incardinato tra comfort e raffinatezza, per la seconda vita di quel palazzo rimasto per quasi due secoli la sede del principale Conservatorio per «zitelle» della città. 

Six Senses, ©John Athimaritis 

Tra le aperture romane più recenti anche quella del Six Senses. Da tre mesi, in via del Corso, in piazza di San Marcello, Orion Real Estate Fund V, sponsorizzato da Orion Capital Managers, ha restituito alla Capitale un altro gioiello dell'ospitalità per il segmento 5 stelle lusso, con un'incredibile terrazza di 1.000 metri quadrati con vista a 360 gradi sulla città aperta a tutti. Ristrutturazione filologica (compresa la riqualificazione dell’adiacente Chiesa di San Marcello) che ha rispettato i diversi strati della storia, senza rinunciare al tocco contemporaneo firmato Patricia Urquiola. Valorizzazione Esg seguendo la filosofia dell’ospitalità Six Senses (parte di Ihg Hotels & Resorts, che conta attualmente 19 hotel e resort in 17 paesi, con 38 prossime aperture in programma), e applicata al contesto urbano. Six Senses è il partner alberghiero, Cds il general contractor, Starching il project manager e, appunto, Patricia Urquiola la designer. «Un’operazione unica a Roma per l’intervento su un fabbricato del 1700, con reperti del ‘400, che negli anni è stato utilizzato per diverse funzioni, con interventi successivi che ne fanno un’opera vincolata con vincolo diretto architettonico, vincolo archeologico e vincolo intellettuale del progetto Quaroni-Micalizzi degli anni ‘80» racconta Mauro Angeletti, senior partner e responsabile dell’ufficio romano di Starching.

Il settore dell’hospitality fa i conti «con il nuovo ciclo storico, più sofisticato e più competitivo, per gestire i processi di industrializzazione dei gruppi (dal modello familiare a quello istituzionale), i passaggi generazionali con la finalità ultima di esplodere e consolidare il valore immobiliare e aziendale» come spiegato in occasione dell’appuntamento promosso da Gianni & Origoni con Cbre. Una mappa italiana con decine di cantieri, la maggior parte volta al recupero del patrimonio immobiliare esistente. Dove l’architettura e il design sono i veri protagonisti. Lo testimonia tra gli altri l’impegno di Matteo Thun & Partners al lavoro a Venezia per ridare una seconda vita al cinquecentesco Casino Mocenigo – con gli affreschi originali degli studenti di Paolo Veronese – con la riqualificazione degli edifici industriali di una fabbrica del vetro del 20esimo secolo. Sarà infatti a Murano la seconda sede in Europa per Langham Hospitality (dopo lo storico hotel di Londra). 

Boutique hotel Pieve Aldina, progetto di Pierattelli Architetture 

Tra le architetture per l’hospitality recentemente ultimate, una nel cuore della Toscana, dove Pierattelli Architetture ha firmato il boutique hotel Pieve Aldina del gruppo Domaine de Fontenille: un progetto di recupero in chiave contemporanea di un complesso vescovile del XII secolo

Siamo a Radda in Chianti, in un contesto antico, quasi immutato nei secoli, immerso tra distese collinari, uliveti e vigneti. Il progetto consiste nella ristrutturazione conservativa dell’ex complesso vescovile formato da tre edifici medievali del 1.100 che si estendono su 2.000 mq: oggi le tre residenze con 22 camere rispecchiano gli elementi tipici del casolare toscano tradizionale. 

L’Italia, con i suoi 1,1 milioni di camere, resta il Paese europeo più gettonato, e secondo gli esperti è quello che performa meglio in termini di RevPar (Revenue per Available Room). Nelle grandi città sono attese nuove importanti aperture: dal Mandarin all’Orient Express a Roma, da JK Place a Soho House a Milano. Firenze e Venezia sono tra le top location, con la Puglia e la Sicilia sotto i riflettori. Un’esplosione di offerta con l’auspicio che la domanda riesca a remunerare gli investimenti. 

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