Per il rapporto Gbc Italia gli immobili in regola hanno fatto risparmiare 189 milioni di euro l’anno e ridotto le esternalità negative del settore

Edilizia sostenibile: le certificazioni ci dimostrano che non è un costo

Alessio Garofoli, PPAN
19. giugno 2023
©Gbc Italia, Prysmian

Premessa di questo rapporto è la centralità dei rating system Leed e Gbc, considerati strumenti ormai indispensabili di progettazione e misurazione delle performance del “sistema edificio”, e utili nel settore del costruito anche in ottica Esg. Questi si caratterizzano, infatti, per una nuova prospettiva olistica, che comprende tutti gli aspetti energetico-ambientali di un immobile lungo l’intero ciclo di vita: dalla progettazione alla scelta dei materiali di costruzione e alla relativa messa in opera, fino alla manutenzione e alla demolizione. L’analisi è stata effettuata considerando due orizzonti temporali: viene valutato l’impatto al 2023 creato dagli oltre 19 milioni di mq di edifici registrati e certificati in Italia dal 2008 con i protocolli della famiglia Leed-Gbc. E vengono poi stimati gli effetti nel prossimo decennio – con l’orizzonte temporale al 2030, deadline scritta nella direttiva Ue – che gli edifici certificati potranno apportare al sistema Paese, seguendo gli attuali tassi di crescita. Per dare una visione d’insieme vanno sottolineati alcuni dati. Secondo l’Onu, a livello globale, il settore delle costruzioni, con le relative filiere edilizia e immobiliare, non è solo il più grande in termini economici, ma anche per utilizzo di risorse e ricadute ambientali: gli edifici sono responsabili di circa il 36 per cento delle emissioni di gas nocivi, del 40 per cento del consumo energetico e di oltre un terzo delle emissioni di CO2. Scendendo nel contesto italiano, nel 2021 si contano 66,5 milioni di unità immobiliari, dato in crescita del 10,5 per cento rispetto al 2010, cui si aggiunge circa un 12 per cento di unità immobiliari “non censibili” (beni di utilità comune a più unità immobiliari, che non producono un reddito proprio), che porta il totale per il 2021 a 77 milioni di immobili prevalentemente costituito da abitazioni residenziali, che rappresentano quindi il 53,2 per cento del totale. 

Ma, ecco il problema, si tratta di uno stock immobiliare ad elevata anzianità e basse performance di efficienza energetica: da noi, 2,1 milioni di edifici residenziali – pari al 17 per cento del totale dello stock – si trovano, infatti, in cattivo stato di conservazione. Il 74 per cento del totale è stato costruito prima degli anni ’80 o persino prima degli anni ’60. E dunque quanto vale in Italia l’edilizia sostenibile certificata oggi? E nel prossimo decennio? L’impact Report rimarca in termini sintetici come il totale di edifici certificati Leed-Gbc al 2023 sia in grado di generare un risparmio annuo di 170.031 tonnellate di CO2 e di 1,3 miliardi di litri d’acqua, per un controvalore economico di 68 milioni di euro: esternalità negative che il Paese in questo modo schiva. In aggiunta a questo, costruzione e ristrutturazione degli edifici certificati hanno fatto risparmiare 324.880 tonnellate di rifiuti, evitando al sistema Paese ulteriori 44 milioni di euro di esternalità. Dati i risultati raggiunti ad oggi, il Report tratteggia uno scenario che evidenzia il ruolo fondamentale che i protocolli energetico-ambientali Leed e Gbc potrebbero avere in Italia. In base a uno scenario nel quale il trend di crescita delle nuove superfici certificate proseguirà costante in linea con quello del periodo 2016-2020, portando a una crescita quadratica del valore cumulato, gli edifici certificati tra il 2023 e il 2030 potranno dar vita a un risparmio annuo di 474.672 tonnellate di CO2 e di 3,6 miliardi di litri d’acqua, scongiurando così 189 milioni di euro di esternalità negative annuali. Costruzione e rigenerazione di questi immobili, inoltre, grazie alle buone pratiche adottate, elimineranno la produzione di 603.562 tonnellate di rifiuti, che altrimenti causerebbero 81 milioni di euro di esternalità negative. 

Altri articoli in questa categoria