Bergamo e Brescia capitali della Cultura celebrano la “Città natura”, a Mantova e Roma nuovi concept basati sul verde

Dai festival ai progetti, il paesaggio torna centrale nel ripensare i centri urbani

Alessio Garofoli, PPAN
25. settembre 2023
©Pietro Savorelli

È partita lo scorso 7 settembre, per poi concludersi il 24, la XIII edizione di Landscape Festival - I Maestri del Paesaggio, evento promosso da Arketipos e dal Comune di Bergamo con il supporto del Comune di Brescia. Nell’anno di Bergamo Brescia Capitale Italiana della Cultura 2023, l’appuntamento è andato in scena per la prima volta in entrambe le città. 

In questo 2023, nell’ambito del progetto Bergamo Brescia Capitale Italiana della Cultura 2023, questo è stato l’evento di punta dell’area tematica “La Città Natura”, incentrato sul ripensamento e la riprogettazione del rapporto dei singoli, delle collettività e delle imprese con le risorse naturali, rivendendo le relazioni tra modalità insediative, forme di consumo, sistemi di trasporto, attività produttive urbane e risorse in chiave sostenibile. 
Il tema dell’edizione 2023 del Festival è stato “Grow Together”: crescere insieme al paesaggio. Simbolo del Festival, come ogni anno, è stata la Green Square, la piazza Vecchia in Città Alta a Bergamo, quest’anno a firma di Martin Rein-Cano, architetto paesaggista fondatore dello studio Topotek 1 di Berlino. E sono state mostrate installazioni che hanno saputo integrare l’uomo e la natura con la progettazione, allestite da nomi quali quelli di Massimo Semola, Elisabetta Fermani, Gardenia, Pedrali, Silvia Ghirelli.

Un evento va in scena anche a Milano, dove la Green Week (26 settembre-primo ottobre), organizzata dal Comune, ha lo scopo dichiarato di affermare l'importanza del verde di prossimità, dei giardini e dei viali alberati, delle piazze intese come luoghi di aggregazione, della condivisione degli spazi.

©Pietro Savorelli

Nel frattempo i progettisti stanno già “mettendo a terra” questo tipo di riflessioni. A fine agosto a Mantova è stato inaugurato il parco di Palazzo Te, progettato da Ag&P Greenscape e realizzato dal servizio Verde di Mantova Ambiente per il Comune di Mantova a ridosso di un’ampia area prima sottoutilizzata, al bordo meridionale della città, da 70mila mq. La sfida del concept è stata quella di creare una cerniera tra area monumentale e città,  creando il giusto compromesso tra la vocazione di parco urbano attrezzato e la necessità di strutturare lo spazio in modo coerente rispetto alle presenze monumentali protette dall’Unesco, anch’essa coinvolta nella progettazione. L’elemento centrale è un ampio prato aperto da utilizzare liberamente, che può accogliere i più diversi usi informali quotidiani ma anche manifestazioni temporanee. Lo spazio è definito nei suoi confini da strutture vegetali di nuovo impianto che però rimangono penetrabili, anche con lo sguardo, per rendere percepibili all’interno del grande invaso il notevole patrimonio storico dell’area. 

Il cantiere ha richiesto 14 mesi di lavori: in esso ha lavorato un raggruppamento temporaneo di imprese formato da Tea Reteluce srl, Reggiani srl, Bottoli Costruzioni, con società mandataria Mantova Ambiente srl

©Pietro Savorelli

La ritrovata centralità del paesaggio, intanto, arriva anche nella Capitale con il Parco della Scienza nel quartiere Flaminio
Sarà un ampio spazio coperto ma non chiuso, ben inserito nel contesto circostante e accessibile a tutti, con all’interno un innovativo paesaggio misto. 

Il progetto di Adat Studio, vincitore del bando internazionale per la progettazione della nuova struttura che nascerà negli spazi delle ex caserme di via Guido Reni, si chiama infatti Science Forest. Adat Studio, formato da professionisti romani con esperienze internazionali, ha lavorato con P’Arcnouveau, Wsp, Gae, Laura Zevi, Luca Galli, Filippo Testa e Michele Sacchi. Si tratta di uno dei più importanti capitoli di rigenerazione urbana avviati a Roma. Il nuovo polo culturale si integrerà in un contesto urbano dinamico in cui sono già presenti il ponte della Musica, l’Auditorium Renzo Piano e il museo Maxxi di Zaha Hadid, che sarà dirimpettaio della nuova struttura. 
E proprio l’integrazione tra natura e città è stata tra gli elementi che hanno influito sul verdetto, com’è scritto nelle motivazioni della giuria tecnica internazionale: «Il progetto valorizza l’intorno urbano e il manufatto sul quale interviene, aggiungendo nuove qualità all’esistente e alla piazza del nuovo quartiere. Il museo propone un grande spazio aperto al pubblico, che è contemporaneamente una piazza coperta e uno spazio domestico da frequentare anche durante gli orari di chiusura. L’incontro tra natura e scienza è esplicito e ben interpretato». L’Urbe è già una città molto verde. Ma questo è uno di quei casi in cui melius est abundare.

Altri articoli in questa categoria