L'architettura del mese

Student e social housing ex villaggio Moi

Picco Architetti
20. novembre 2023
Student e social housing ex villaggio Moi ©Fabio Oggero
Project Name: Ex Villaggio MOI SOCIAL STUDENT HOUSING
Location: Torino, Via Giordano Bruno, corso Eusebio Giambone
Client: INVESTIRE S.g.r. 
Architect: PICCO architetti  
Site Area: 12.000 mq
Building Area: 11.670 mq  Gross Built Surface Area
Project Dates: 2020 - 2022

ARCHITECTS: 
Design Principal: Arch. Cristiano Picco
Project Architect: Arch. Cristiano Picco
Project Manager: Arch. Giuliana Foglia Franke
Project Team: Arch. Francesca Cravero, Arch. Francesca Albera

CONSULTANTS:
Structural Engineer: Duepuntodieci Ingegneria | Ing. Andrea Durando
MEP/FP Engineer: Ing. Guido Berra
Constr. Manager: Studio Pession associato – arch. Carlo Pession, arch. Andrea Serra
General Contractor: COGEFA S.p.a.
 
IMPORTANT MANUFACTURERS/PRODUCTS :
Serramenti esterni: Aluk Aluminium profile
Serramenti interni: Bertolotto Porte
Portoncini blindati e porte REI: Dierre
Pavimentazioni in gres porcellanato: Marazzi Group
Sanitari: Duravit
Villaggio Moi prima dell'intervento di restauro ©Fabio Oggero
Quali sono state le circostanze che hanno portato a ricevere la commissione per questo progetto?

PICCO architetti è stato incaricato da INVESTIRE SGR in accordo con CAMPLUS, gestore della struttura, all’esito positivo di due progetti completati poco tempo prima dallo Studio con entrambe le realtà: il complesso di Social Housing “Living TO” con INVESTIRE SGR e la residenza studentesca REGIO PARCO a Torino con Camplus. In entrambi i casi la qualità del progetto, una ricercata diversificazione tipologica delle unità abitative ed il controllo dei costi in relazione alle soluzioni costruttive, sono risultati elementi qualificanti per la scelta di PICCO architetti come progettista.

Planimetria student e social housing ex villaggio Moi ©Picco Architetti
Puoi darci una panoramica del progetto?

Il progetto ha proposto la realizzazione di un nuovo modello residenziale flessibile, a partire dall’impostazione originale elaborata dell’architetto tedesco Otto Steidle, con il coordinamento di Benedetto Camerana, la cui matrice insediativa introduceva una articolazione aperta a scacchiera alternativa a quella, ad isolato chiuso, della tradizione urbana di Torino.  

L’intervento interessa 7 delle 39 palazzine che costituivano il Villaggio Olimpico nel 2006. A partire dalle preesistenti arcate degli ex Mercati Generali, disegnate da Umberto Cuzzi nel 1932, i nuovi edifici sono disposti secondo un impianto dal fronte parzialmente chiuso verso la città e aperto verso la collina. Questa soluzione propone quindi uno spazio aperto tra gli edifici, organizzata su direttrici pedonali longitudinali che alternano aree verdi a spazi e percorsi pedonali trasversali di collegamento tra le palazzine. 

Obbiettivo del programma è stata la realizzazione di un nuovo Student e Social Housing: un modello abitativo sociale temporaneo e flessibile articolato in 7 palazzine, di cui sei progettate in origine da Otto Steidle ed una dall’architetto viennese Adolf Krischanitz.

Delle prime cinque avevano caratteristiche analoghe sotto il profilo tipologico con pianta centrale e un sistema distributivo verticale organizzato da rampe in linea e sviluppo circolare del pianerottolo distributivo. La sesta, più grande, collocata sul fronte strada e che costituisce il punto di accesso accoglienza dell’intero complesso, era strutturata invece con due scale, una a servire il corpo di 2 piani fuori terra ed una a servire il corpo di 7 piani fuori terra collegata anche al piano interrato.  La  settima progettata da Krischanitz, presenta una  scala centrale a rampe parallele.  

Il progetto ha previsto per le prime sei palazzine alloggi, da monolocali a 4 posti, a tutti i piani. La settima palazzina è organizzata in 27 monolocali e 14 bilocali.  In relazione con la tipologia della casa singola aperta, il progetto favorisce l’integrazione del nuovo distretto nell’ambiente e offre una varietà di forme per lo sviluppo interno della comunicazione e dell’individualità. 

PICCO architetti ha fortemente voluto riportare alla luce i colori originali del complesso ideati, nel progetto originale, dall’artista tedesco Erich Wiesner. Le palazzine erano infatti declinate in linguaggi diversi, secondo un piano dei colori che ha conferito al piccolo quartiere una forte identità visiva e contribuito al suo netto distacco nei confronti del tessuto urbano circostante. 

Ex villaggio Moi, assonometria ©Picco Architetti
Quali sono le principali idee e ispirazioni che hanno influenzato il design dell'edificio?

L’intervento di PICCO architetti ha rinnovato il valore del disegno urbano e della architettura del complesso, nelle componenti formali e nella struttura tipologica, confermando gli originali sistemi distributivi interni ma realizzando nuove ed articolate tipologie abitative. Un nuovo disegno delle aree esterne, aperte all’uso condiviso dei residenti. Proposte in linea con il modello residenziale temporaneo ma aggiornate ad un modello gestionale efficiente ed efficiente nei costi a regime. 

Come è cambiato il progetto tra la fase di progettazione iniziale e il completamento dell'edificio?

Il progetto è stato coerente, sin dalle prime fasi, all’obbiettivo di confermare I caratteri compositivi e cromatici dei prospetti, con poche e puntuali modifiche formali delle aperture, comunque coerenti con il disegno complessivo. Lo sviluppo del progetto ha avuto uno sviluppo senza soluzione di continuità dalla fase di fattibilità preliminare all’esecutivo.

Interni student e social housing ex villaggio Moi ©Fabio Oggero
In che modo il design risponde alle caratteristiche uniche del sito?

L’’Ex Villaggio olimpico era stato pensato come un quartiere destinato a essere assorbito nel tessuto cittadino. La vita post-olimpica del villaggio ha testimoniato invece la complessità del “fare un nuovo pezzo di città”. Dopo l’evento olimpico, i tre lotti di palazzine sono stati adibiti ad abitazioni sociali e uffici dell’Agenzia Regionale per l’Ambiente, mentre altre sono state destinate a uffici del Torino Olympic Park, ostello e alcune residenze sociali. Successivamente parte del complesso è stato oggetto dell’occupazione abusiva più grande d’Europa.  Partendo quindi da una situazione di emergenza sociale, il nuovo complesso residenziale è stato una straordinaria opportunità di rigenerazione urbana, con una dotazione di circa 400 posti letto. 

Il progetto è stato influenzato da tendenze in materia di risparmio energetico, edilizia o design?

Il complesso esistente era fortemente compromesso da un punto di vista energetico. Il progetto ha modificato completamente il profilo prestazionale degli edifici: in termini di involucro esterno e di produzione di calore e raffrescamento delle unità abitative.

Esterni student e social housing ex villaggio Moi ©Fabio Oggero
Quali prodotti o materiali hanno contribuito al successo dell'edificio completato?

L’intervento ha previsto l’uso diffuso di materiali e tecniche non presenti nella struttura originale con un importante risultato in termini di tempi di realizzazione, prestazioni acustiche migliorate, efficienza energetica. In particolare l’uso di sistemi di partizione a secco per gli interni, serramenti in alluminio con alte prestazioni energetiche ed acustiche, rivestimento esterno con sistema isolante a cappotto in fibre minerali, sistema misto di riscaldamento/ raffrescamento con teleriscaldamento e unità esterne centralizzate per il rafftrescamento estivo.

Intervista a cura di PPAN 

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