L'architettura del mese

Nuova Chiesa di San Girolamo

Lorenzo Netti / Netti Architetti
18. dicembre 2023
Dettaglio del fronte di ingresso © Alberto Muciaccia
Project Name: Nuova Chiesa di San Girolamo
Location: Bari Italy, Strada San Girolamo
Client: Parrocchia San Girolamo, Diocesi di Bari-Bitonto, CEI
Architect: Lorenzo Netti / Netti Architetti 
Project Dates: Progetto Preliminare 1995, Progetto esecutivo 2017, Realizzazione 2023

ARCHITECTS: 
Design Principal: Lorenzo Netti / Netti Architetti
Project Architect: Gloria Valente / Netti Architetti
Project Team: Egidio Buonamassa, Roberto Carlucci, Michele Caputo, Vittorio Carofiglio, Michele Carone, Maria Cirulli, Graziana A. Cito, Giove Zeus Daresta, Giampio De Meo, Giuseppe Giannone, Francesco P. Gismondi, Francesca Leo, Daniela Martielli, Salvatore Mele, Michele Montalto, Lillo Montemurro, Domenico Pastore, Michelangelo Pinto, Vito Primavera, Anna Zanni.

CONSULTANTS:
Structural Engineer: Chiaia&Zaccaria Engineering Srl
MEP/FP Engineer: Giuseppe Bitetti
Constr. Manager: Diego Bosco
General Contractor: Garibaldi Fragasso Impresa edile Srl
Savety Manager: Luigi Nigro CNC sstp
 
IMPORTANT MANUFACTURERS/PRODUCTS :
Wood works: For.Coll. Snc
Metallic works: Metalvetro Snc
Artistic works: Progetto Arte Poli Srl
Scorcio dell’interno della chiesa © Alberto Muciaccia
Quali sono state le circostanze che hanno portato a ricevere la commissione per questo progetto?

L’incarico per il progetto della nuova chiesa risale alla metà degli anni ’90. Si è trattato di un incarico diretto della Parrocchia che da anni perseguiva l’obiettivo di realizzare la sua sede definitiva in sostituzione di quella temporanea in uso dal 1958. Il progetto preliminare con l’apporto degli uffici della Curia di Bari-Bitonto e poi grazie a contributo finanziario della CEI (Conferenza Episcopale Italiana) si è evoluto in un progetto definitivo-esecutivo giunto ora a conclusione. Il confronto con gli enti Ecclesiastici, l’Amministrazione Comunale di Bari e la Comunità pastorale del quartiere è stato serrato sin dall’inizio. Una lunga fase di confronto e condivisione per definire gli obiettivi con i diversi soggetti e, in particolare, con gli abitanti del quartiere che, per formazione sociale, storia e integrazione è uno dei più complessi della città metropolitana.

L’interno della chiesa visto dal battistero © Alberto Muciaccia
Puoi darci una panoramica del progetto?

Il luogo che ospita il progetto è una parcella di terreno già di proprietà della Parrocchia trasversale a via San Girolamo, importante asse viario del quartiere.  La forma stessa della grande aula liturgica è stata dettata dalla geometria del suolo a disposizione: un trapezio isoscele con la base larga verso la strada e quella stretta verso il mare. Lo spazio esterno è quello residuo della costruzione realizzata utilizzando la massima estensione possibile concessa dagli strumenti urbanistici per accogliere l’intera comunità di un quartiere periferico della città. Un ampio sagrato, leggermente in ascesa raccorda la quota della chiesa con lo spazio pubblico della strada realizzando la piazza che a tutti mancava incassata tra i corpi del campanile, del battistero e del fronte degli ingressi della chiesa. Nel seminterrato sono stati ricavati l’autorimessa e alcuni piccoli depositi.

 

Aerofotogrammetrico chiesa-mare © Netti Architetti 
Quali sono le principali idee e ispirazioni che hanno influenzato il design dell'edificio?

A compimento di un lungo processo di progettazione e realizzazione durato circa 30 anni, l’opera si caratterizza per l’unione dell’aula a unica navata della nuova chiesa con l’edificio esistente della Parrocchia San Girolamo. Un piccolo volume trapezoidale stretto tra i due corpi raccorda le diverse quote con una scala interna posta al lato dell’ambiente destinato ad ospitare la cappella del Santo. La nuova scala collega la chiesa esistente, destinata a diventare spazio per le attività pastorali al nuovo fabbricato.  Anche l’ufficio del Parroco e l’archivio parrocchiale restano nell’edificio preesistente. Il cielo penetra nello spazio liturgico dai lucernari longitudinali convergenti secondo la geometria della sagoma della chiesa, bassa e larga all’ingresso, alta e stretta verso il fondo: una macchina prospettica che accentua le sue dimensioni longitudinali e la presenza di un Ordine superiore. Un piccolo giardino rialzato si affianca alla Cappella del Santo per rendere visibile nel progetto l’elemento naturale attraverso una finestra orbicolare.

Sezione longitudinale © Netti Architetti 
Come è cambiato il progetto tra la fase di progettazione iniziale e il completamento dell'edificio?

L’edificio sacro in quanto luogo assembleare della comunità (si potrebbe dire ‘delle comunità’) segna la sua singolare dimensione rispetto al contesto. Avremmo detto che la chiesa è il monumento che convive con il tessuto edilizio ordinario assumendo il ruolo di faro (il campanile) e richiamando a sé il popolo di Dio che in quella grande casa si riconosce, riunendosi. Le pareti cieche della grande Aula liturgica formano il giusto distacco da un ambiente fisico e sociale in cerca di quiete. La luce naturale attraversa l’articolata macchina della copertura, aperta al cielo e, nello stesso tempo, posta a protezione dall’irraggiamento molesto che caratterizza il clima mediterraneo a queste latitudini. Anche la pioggia, rara e a volte intensa, battendo sui vetri richiamerà gli elementi della natura senza ricorrere a nessuna delle correnti retoriche ambientaliste.

In che modo il design risponde alle caratteristiche uniche del sito?

Nonostante il lungo iter progettuale (quasi 30 anni) il progetto della nuova chiesa, già presentato nell’ambito del Padiglione Italia della Biennale di Venezia del 1996, ha mantenuto nella sostanza l’impostazione iniziale. L’impianto planimetrico, la sezione cuneiforme, il sagrato arretrato dalla strada contenuto tra i bracci sporgenti del volume confermano l’intuizione che ne ha guidato sin dall’inizio la prolungata azione progettuale. Anche il collegamento con la chiesa esistente (ora destinata a spazio collettivo per la comunità) è stato realizzato come previsto nella sua prima stesura. In una fase intermedia si è ipotizzata la costruzione di un secondo corpo di fabbrica sul sedime della chiesa esistente per ospitare la sala parrocchiale, gli ambienti per la catechesi e la nuova canonica. In seguito, allo scopo di evitare ulteriori ritardi, la comunità ha deciso di procedere con la costruzione della sola aula liturgica, rimandando la realizzazione del secondo corpo di fabbrica.

Dettaglio del passaggio laterale © Alberto Muciaccia
Il progetto è stato influenzato da tendenze in materia di risparmio energetico, edilizia o design?

Durante il Pontificato di Papa Francesco la protezione dell’ambiente e del risparmio energetico sono diventate tematiche rilevanti anche per gli edifici religiosi. L’attenzione al Creato ha quindi prodotto una diversa attenzione delle gerarchie della Chiesa Cattolica e dei progettisti. In coerenza con tali obiettivi per la chiesa di San Girolamo sono state adottate numerose metodologie per il risparmio energetico, celate però, al fine di evitare che si sostituisse con forme di ostentazione ecologica il riconoscimento del valore urbano e liturgico della nuova architettura. Ad esempio, l’inclinazione della copertura originata dalla composizione architettonica della chiesa ha favorito l’inserimento nelle sue parti opache di un micro-parco fotovoltaico in grado di alimentare le necessità energetiche della parrocchia.

Dettaglio dell’ingresso feriale e del passaggio laterale © Alberto Muciaccia
Quali prodotti o materiali hanno contribuito al successo dell'edificio completato?

Tutti i materiali usati sono naturali o ispirati alla natura, mantenendo le qualità visivo-tattili ma evitando che il loro reperimento comporti abbattimenti o escavazioni del Creato la cui riproduzione ha tempi lunghissimi e a volte comporta perdite permanenti.

Le pareti perimetrali cieche accentuano il riconoscimento del nuovo volume inserito in compound di edilizia residenziale pubblica fittamente finestrata. Il tetto, vetrato per circa il 50%, riempie di luce naturale lo spazio interno conferendo benessere fisico e percettivo in ogni ora del giorno.

Si è inoltre scelto di collocare le fonti dell’illuminazione artificiale in prossimità di quelle della luce naturale per ricreare le stesse condizioni di illuminamento anche durante le ore serali.

Intervista a cura di PPAN 

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