Tecnologie verdi, rigenerazione urbana e luce. A Torino è stato inaugurato il nuovo department store

Green Pea, il nuovo manifesto di Farinetti tradotto in architettura

Paola Pierotti, PPAN
14. dicembre 2020
Green Pea, foto di Fabio Oggero

Il volume si sviluppa su cinque piani per 25 metri di altezza in continuità con il filo edilizio esistente e prolungando la facciata di Eataly. L’involucro si caratterizza per la sua forma svasata, studiato per adattarsi alle condizioni climatiche ed ambientali e garantire la migliore distribuzione dell’irraggiamento solare. La pelle esterna è costituita da un doppio livello di superfici, come un guscio di lamelle frangisole in legno (recuperato dalle foreste colpite dalla tempesta Vaia), sostenuto da una nervatura in acciaio (materiale riciclabile al 100%), per fare in modo che l’edificio respiri e si apra alla città.

Il verde e la sostenibilità. «Attraverso la trama organica delle facciate in legno – spiegano i progettisti – si inserisce la vegetazione, che diventa vero e proprio materiale costitutivo dell’architettura. Il verde, non usato in maniera mimetica, si sviluppa da un sistema di terrazze in cui sono piantumate piante ad alto fusto in grandi vasche. L’edificio appare così come un organismo naturale che vibra a seconda della luce e della crescita delle piante». Diversi ambienti naturali partono dal basamento dell’edificio e si incontrano nella copertura, dove è stata attrezzata una terrazza con una serra bioclimatica che diventa la “quinta facciata” di Green Pea. 

Geotermia, fotovoltaico, eolico e solare: fonti rinnovabili per un minore carbon footprint e per dare sostanza ad un’architettura NZEB (Nearly Zero Energy Building) in classe A3.

Green Pea, foto di Fabio Oggero

Green Pea è quindi il nuovo department store che porta il concetto base avviato con Eataly per il cibo nel settore dell’arredamento, dell’abbigliamento, dell’oggettistica e della cosmetica, con l’obiettivo di cambiare le abitudini d’acquisto. Tutti prodotti in vendita sono ecocompatibili e rispettosi dell’ambiente: capi realizzati con tessuti derivati da coltivazioni eco-friendly, cosmetici biologici, oggetti di arredamento e mobili prodotti senza colle sintetiche e costruiti con materiali che non danneggiano l’ambiente, giocattoli, mezzi di trasporto ecologici e molto altro.

Per gli interni si è optato per un concept semplice che coinvolge tutti i sensi: il layout dei vari piani crea spazi flessibili, immediata riconoscibilità dei percorsi e relazione con il verde esterno e accoglie diffusamente la luce naturale. «Negli interni – raccontano gli architetti – si ritrovano materiali tradizionali come calce naturale e legno combinati a materiali di lusso come pelle e velluti. I parquet sono realizzati con legno già abbattuto e recuperato lungo i letti dei fiumi della val Varaita. Per le tinteggiature è stata usata una vernice che neutralizza gli agenti inquinanti, previene la crescita di muffe e microbi ed elimina i germi».

Green Pea, foto di Fabio Oggero

C’è anche un piano dedicato agli architetti, il primo. Il tema è quello della casa ed è previsto uno spazio B2C e B2B, con 6 uffici prenotabili dagli architetti tramite l’applicazione di Green Pea per incontrare i propri clienti e selezionare materiali e arredi. È possibile anche interfacciarsi con la squadra di professionisti specializzati di Green Pea, che offrono la loro expertise in vari campi dall’illuminotecnica alla domotica. 

Torino avrà l’unico Green Pea in Italia, mentre ne sono previsti altri dieci all’estero nei prossimi dieci anni, da Londra a Parigi, dagli Usa alla Cina, Giappone, Canada ed Emirati Arabi.

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