Cercasi modelli finanziari che promuovono partnership pubblico-private, con effetti sulla rigenerazione urbana

Diritto all’abitare, proposte e soluzioni. Quale spazio per l’architettura?

Paola Pierotti, PPAN, Francesca Fradelloni, PPAN
19. febbraio 2024
Social Housing 1737 a Gavà (Spagna) © Harquitectes
Villaggio Olimpico ©Tecnostrutture

Ancora una volta è la Spagna ad aggiudicarsi il primo premio dell’iniziativa italiana dedicata a Matilde Baffa e Ugo Rivolta, il premio europeo di architettura promosso dall’Ordine degli Architetti di Milano e dedicato all’abitare sociale: la migliore architettura per l’edizione 2023/2024 è quella promossa da IMPSOL (Metropolitan Institute of Land Development and Property Management) e firmata da HARQUITECTES, studio che lo scorso anno ha vinto anche un altro premio, sempre internazionale ma con base italiana, qual è quello della Fondazione Barbara Cappochin. Per l’Italia erano candidate anche le residenze sociali di via Carlo Conti a Milano firmate Mario Ticozzi, Edoardo Ticozzi e Laura Marola, l’intervento di housing sociale “Foligno Gentile” progettato da Paolo Luccioni, il progetto Canova costruito a Reggio Emilia e firmato studio M2R Architettura, l’intervento di social housing C+S Architects a Cascina Merlata sempre a Milano, come 5Square di Barreca & La Varra in via Antegnati, l’operazione promossa dalla Cooperativa Torre A2 costruita a Bolzano e progettata da Area architetti associati e ancora, il progetto Tasca Studio “Casa Universaal” costruito a Forlì.

“Casa Universaal” Social Housing, ©TASCA studio di Federico Scagliarini e Cristina Tartari

Il Piano nazionale per la qualità dell’abitare, il cosiddetto Pinqua, è il programma corrente (che fa tesoro delle risorse Pnrr) dove la casa è protagonista. E tra i cantieri appena partiti si conta quello romano per nuove palazzine Erp (Edilizia residenziale pubblica) tra Torrevecchia e Primavalle, con 71 appartamenti, un parcheggio e la completa riqualificazione degli spazi esterni. Avviata nei giorni scorsi la demolizione dell’ex istituto scolastico Don Calabria, sempre a Primavalle, per dare forma ad un intervento da 24 milioni di euro (che sarà pronto entro marzo 2026). «È uno dei cantieri più importanti del Pnrr, di rigenerazione urbana, un Pinqua. È un intervento di demolizione-ricostruzione. Qui c'era un edificio scolastico abbandonato, degradato, ci sono state occupazioni e sgomberi: una storia turbolenta che aveva portato l'area al totale degrado» ha dichiarato il sindaco Roberto Gualtieri. «Aumenteremo il nostro patrimonio residenziale pubblico – ha aggiunto Gualtieri –. Stiamo sia acquistando che realizzando alloggi per avere più case popolari, ma anche ripensando il tradizionale modello dei palazzoni dormitorio con modelli in cui la vita comunitaria sia più animata: piani terra per l'aggregazione, la vita culturale, l'avviamento al lavoro e all'impresa. Infine, prevediamo l'integrazione con i modelli di cohousing per le persone con disabilità, dando vita a un bel prototipo di progetto di rigenerazione urbana».

Housing sociale Sarpi-Bramante © barreca & lavarra

Ad un Piano Casa sta lavorando il ministero delle Infrastrutture guidato da Matteo Salvini che da fine anno sta incontrando player pubblici e privati per mettere a fuoco esigenze e priorità. A metà 2023 il Dipartimento Diritto alla Casa del Partito Democratico ha lanciato un proprio manifesto sulla casa sottolineando che “la casa è, probabilmente più di ogni altro, il primo ambito nel quale praticare il nesso tra giustizia sociale e giustizia climatica”, e ribadendo il ruolo essenziale delle Regioni che “in questi anni si sono occupate di politiche dell’abitare in modi molto diversi tra loro, come del resto è stato molto differente in termini di qualità ed efficacia il ruolo svolto dalle aziende pubbliche chiamate a gestire il patrimonio”. Da un lato si chiede di rilanciare il fondo sostegno affitti e il fondo per la morosità incolpevole, dall’altra ci si concentra su “un grande progetto per garantire il diritto allo studio”, oltre a chiedere l’assegnazione gratuita ai Comuni degli immobili di enti statali e parastatali inutilizzati, e l’utilizzo di beni confiscati alle mafie. Nei dieci punti c’è anche il tema della “proprietà indivisa” con il ruolo della cooperazione.

Ed è proprio Legacoop Abitanti ad aver lanciato (e presentato allo stesso Salvini) una proposta concreta per l’abitare, avviando in queste settimane un tour nei territori, per declinare la proposta con numeri e prospettive. Il roadshow è partito da Milano, prossima tappa a Bologna il 29 febbraio, terza tappa in agenda a Torino. 

Nell’ambito dell’incontro tenutosi alla Fondazione Giangiacomo Feltrinelli le cooperative hanno illustrato il progetto declinato per la Regione Lombardia che consiste in un Piano pluriennale per la realizzazione complessiva di 50mila alloggi di edilizia residenziale sociale, da assegnare a canoni ridotti del 30% rispetto a quelli di mercato, di cui Legacoop Abitanti si candida a realizzare il 10% (5mila alloggi) in una logica di partenariato e di coprogettazione pubblico-privato grazie ai quali lo Stato risparmiarebbe complessivamente 277 milioni di euro, liberando in questo modo risorse per l’edilizia residenziale pubblica destinata alle persone più disagiate. «Con questa proposta, la cooperazione di abitanti lombarda si candida a essere nuovamente interlocutore delle istituzioni locali nello sviluppo di piani finalizzati a dare risposta abitativa, soprattutto in contesti di rigenerazione urbana, alla cosiddetta fascia grigia», spiega Attilio Dadda, presidente di Legacoop Lombardia. «Le cooperative e i soci mettono a disposizione, oltre a risorse finanziarie proprie da integrare con quelle pubbliche, il modello della proprietà indivisa. Un modello le cui caratteristiche principali sono: l‘intergenerazionalità (patrimonio abitativo non alienabile e quindi estraneo alla finanziarizzazione del mercato); la mutualità (non si prevede la remunerazione del capitale investito dai soci, ma la massimizzazione dei loro vantaggi in termini di canoni di godimento); l‘esperienza consolidata di gestore sociale (morosità e sfitto prossimi allo zero a cui si aggiunge il patrimonio abitativo ben manutenuto, la progettazione e realizzazione di servizi collegati all’abitare a disposizione dei soci abitanti e dei quartieri)», prosegue Matteo Busnelli, coordinatore del Dipartimento housing di Legacoop Lombardia. In Lombardia, ad oggi, oltre 18mila alloggi sono di proprietà delle cooperative (proprietà indivisa) aderenti a Legacoop Lombardia e assegnati in godimento ai propri soci con canoni che mediamente si collocano nella fascia tra i 50 e gli 80 euro/mq annui. Per il contesto lombardo, Legacoop Lombardia e il Dipartimento Housing, in collaborazione con Finabita e Area Proxima, hanno definito una proposta che si pone come obiettivo la realizzazione su base quinquennale di 700 alloggi cooperativi, 500 dei quali a proprietà indivisa da assegnare a canoni inferiori a 85 euro mq/anno per l’area metropolitana di Milano e il resto della Lombardia. La proposta prevede un investimento complessivo di 206 milioni di euro, il 39% dei quali da finanziarsi con risorse pubbliche (79,6 milioni), a garanzia della concreta fattibilità di alloggi a canoni di locazione sostenibili, e il 61% (127 milioni) con risorse del mondo cooperativo.

Da più fronti, uno schema finanziario innovativo che punta sulla partnership deve riuscire ad attrarre anche risorse finanziarie già esistenti: ad esempio quelle della Banca europea degli investimenti (Bei) che sta già investendo a Milano e ha recentemente stretto una partnership con Cassa Depositi e Prestiti. 

 

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