Soluzioni rapide e concrete per contrastare il cambiamento climatico dal Congresso mondiale degli architetti. Nel 2026 tappa a Barcellona

Da Copenaghen dieci lezioni per migliorare il mondo del costruito

Chiara Brivio, PPAN
13. luglio 2023
Blox Ph. ©Rasmus Hjortshoj

Panel e discussioni che hanno messo al centro il ruolo e le soluzioni che l’architettura può offrire per mitigare quelli che oggi si prefigurano come gli effetti drammatici del surriscaldamento globale che stanno investendo il pianeta, lavorando in sinergia con scienziati, politici, ricercatori, con un’attenzione speciale alle giovani generazioni. Proposte poi confluite in un documento programmatico in dieci punti, “Le lezioni di Copenaghen”, che vuole contrastare proprio quei numeri che la stessa Uia mette nero su bianco: il comparto dell’edilizia è responsabile per il 40% delle emissioni globali di CO2 e del 35% della produzione mondiale di rifiuti.

Per Natalie Mossin, presidente del Congresso del 2023: «i dieci principi rappresentano come si dovrebbe costruisce, pianificare e sviluppare l’ambiente del costruito. La salute del pianeta e i bisogni primari degli uomini sono appesi a un filo, non abbiamo più tempo da perdere».

Dieci punti che richiamano i 17 obiettivi di sviluppo fissati dalle Nazioni unite che sarà necessario mettere in atto. Diversi gli ambiti di intervento: l’umano, come nei primi due punti, che riguardano la dignità e l’inclusione di tutte le persone e dei loro bisogni (soprattutto di quelle più ai margini) come basi fondamentali dell’architettura; quello più pratico, che cita il riuso e riutilizzo di strutture preesistenti e la preservazione dei green fields, e ancora un’attenzione particolare alle risorse, al cibo, all’acqua e al rispetto della biodiversità e dei minerali vergini, ai quali andrebbero sempre preferiti materiali riciclati e locali, fino il divieto di produrre scarti o rifiuti di cantiere. Infine, una nota più tecnica, che punta all’utilizzo di tecniche di cattura e sequestro del carbonio, che dovrebbero superare l’impronta carbonica di qualsiasi costruzione.

Bio-Centre Architects without borders Denmark Ph. ©Johan Reeh

Queste azioni concrete, si legge ancora in una nota diramata dal congresso, hanno lo scopo di “creare un linguaggio comune per accelerare il cambiamento nella filiera, sia per progettisti che per i committenti, ma anche di incoraggiare la politica a supportare leggi sull’ambiente del costruito, dal livello locale a quello nazionale, fino a quello globale”.

Tra i nomi più noti e conosciuti nel mondo dell’architettura che hanno partecipato al congresso spiccano quello del burkinabé Francis Kéré, vincitore del Premio Pritzker nel 2022, Bjarke Ingels di Big, Carlos Moreno, professore alla Sorbona di Parigi e teorico della città del 15 minuti, Yvonne Farrell & Shelley Mcnamara delle Grafton architects, Kjetil Trædal Thorsen di Snøhetta, oltre a rappresentanti dell’Oms, della rete delle città C40, dell’accademia e dell’Unione europea.

Nel corso del congresso è stata eletta anche la nuova presidente: sarà infatti la svizzera Regina Gonthier a guidare l’Unione, la terza donna a ricoprire questa carica nei 75 anni di storia dell’Uia. Per l’Italia, è stata riconfermata la consigliera Carmela Cannarella, tra i rappresentanti della regione dell’Europa occidentale. Barcellona è stata infine designata come capitale mondiale Unesco dell’architettura per il 2026.

The Raft 6 Studio Coquille Tan and Blixenkrone Ph. ©Anna Katrine Tan

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