Sei mesi di esposizione, una piattaforma web e un catalogo

Broken Nature. Cosa sarà la XXII Triennale di Milano curata da Paola Antonelli

Paola Pierotti, PPAN
23. gennaio 2019
Students' Educational and Cultural Movement of Ladakh - SECMOL (Sonam Wangchuk), Ice Stupa. 2013-14. Foto: Lobzang Dadul per cortesia di SECMOL

In regia Paola Antonelli, curatrice per l’Architettura e il Design e direttore Ricerca e Sviluppo del Museum of Modern Art di New York. 
 
Broken Nature si preannuncia come un’indagine approfondita sui legami che uniscono gli uomini all’ambiente naturale, rapporti che nel corso degli anni sono stati profondamente compromessi, se non completamente distrutti. Analizzando vari progetti di architettura e design, la mostra tematica allestita negli spazi della Triennale di Milano esplorerà il concetto di “design ricostituente” e metterà in luce oggetti e strategie, su diverse scale, che ripensano il rapporto tra gli esseri umani e il contesto in cui vivono, includendo sia gli ecosistemi sociali che quelli naturali. Una sfida che, in un contesto di denuncia delle emergenze ambientali, permette di continuare a credere nel potere del design di aiutare i cittadini a comprendere la complessità̀, valutare i rischi, adattare i comportamenti e chiedere cambiamenti.

Formafantasma (Simone Farresin, Andrea Trimarchi), Ore Streams, Cubicle 2. 2017. Foto di IKON per cortesia di Nicoletta Fiorucci, London and Giustini/Stagetti, Rome with support by StimuleringFonds and National Gallery of Victoria

La mostra, che sarà presentata nei suoi dettagli a fine febbraio in una conferenza stampa dedicata, ospiterà alcuni lavori commissionati per l’occasione e una serie di prestiti. In mostra si farà riferimento alla collezione di mobili per ufficio costruiti riciclando preziosi rifiuti elettronici rigenerati dal duo di designer Formafantasma, in un’ottica di economia circolare che può correggere i difetti dell’attuale sistema del flusso degli scarti. Neri Oxman con il Mediated Matter Group presenteranno la loro indagine su come il digital design e le tecnologie costruttive possano agire da mediatori tra gli uomini e l’ambiente: per la XXII Triennale utilizzeranno la melanina – il pigmento naturale la cui concentrazione definisce il colore della pelle umana – a scala architettonica. Ancora, Sigil Collective, con base a Beirut e a New York, investigherà il rapporto e il coinvolgimento che esiste tra gli uccelli (reali o fantastici), gli umani, il paesaggio arabo e in particolare la storia della Siria.

Futurefarmers (Amy Franceschini), Seed Procession, 2016. Seed Journey. 2016 - ongoing. Foto ©Monika Lovdahl per cortesia di Futurefarmers.

«Alcune opere – spiegano dalla Triennale - sono la continuazione di un’opera iniziata in precedenza e vogliono incoraggiare i designer a considerare la loro pratica come un’attività a lungo termine. La XXII Triennale di Milano crede infatti che il design meriti lo stesso rispetto e la stessa fiducia che si ripone nella scienza, specialmente quando questo affronta importanti rivoluzioni che coinvolgono gli uomini e i loro comportamenti».
 
La mostra tematica comprenderà anche una selezione di circa 120 progetti di design e di architettura degli ultimi trent’anni che hanno giocato un ruolo essenziale nella storia e nel progresso del design, hanno avuto in alcuni casi un impatto memorabile sulla società e sul modo in cui gli esseri umani si relazionano al mondo che li circonda. Spazio anche alle partecipazioni internazionali con realtà provenienti da tutti i continenti e dando conto della complessità e delle differenti tradizioni culturali. 
 
Broken Nature è l’esposizione al Palazzo dell’Arte, ma anche una piattaforma digitale, un programma pubblico con una serie di simposi e un catalogo con saggi di scienziati, ricercatori, critici e designer.

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