La Fondazione lancia un bando per under35 per il primo College per l’architettura

Biennale 2023, con Fosbury il Padiglione Italia salpa da Taranto

Paola Pierotti, PPAN
24. 一月 2023
Fosbury Architecture, ph. © Luca Campri

Il racconto italiano ha già mosso i suoi primi passi con la prima di nove attivazioni site-specific (nell’ambito del progetto “Spaziale presenta”), che si pone come progetto propedeutico alla grande mostra di Venezia e che vede come primo atto l’episodio Post Disaster Rooftops EP04. Si parte da Taranto, in Puglia, con il coinvolgimento del collettivo Post Disaster (fondato da Gabriele Leo, Gabriella Mastrangelo, Grazia Mappa, Peppe Frisino) e delle performer, attiviste e ricercatrici Silvia Calderoni e Ilenia Caleo. Nell’ambito del progetto Post Disaster Rooftops, si reinterpretano i tetti come spazi urbani non convenzionali - sospesi tra pubblico e privato - liberi dalle principali forme egemoniche di controllo. “Dai tetti della Città Vecchia di Taranto - raccontano i promotori - è possibile avere una ricognizione immediata degli effetti della crisi (ambientale, economica, sociale…) e, allo stesso tempo, immaginare collettivamente futuri alternativi attraverso continui slittamenti dello sguardo tra il reale e il possibile”. “L’Italia è una costellazione di territori fragili – sottolineano i curatori – per alcuni la catastrofe è un evento tristemente ciclico, per altri un futuro ineluttabile, per altri ancora parrebbe essersi già manifestata. Convivere con il disastro è un tema a cui architetti e progettisti non possono più sottrarsi, per immaginare progetti che tentino di confrontarcisi concretamente”.

Post Disaster Rooftops. A New Abnormal, Studioconcreto, Sergio

Il progetto del Padiglione Italia 2023 si fonda sulla visione che “l’architettura sia una pratica di ricerca al di là della costruzione di manufatti e la progettazione sia sempre il risultato di un lavoro collettivo e collaborativo, che supera l’idea dell’architetto-autore”. Ecco che lo spazio viene inteso, in questa visione, come luogo fisico e simbolico, area geografica e dimensione astratta, sistema di riferimenti conosciuti e territorio delle possibilità. Da gennaio ad aprile, Spaziale presenta farà tappa in nove luoghi selezionati in tutto il territorio italiano, raccogliendo storie e iniziative che confluiranno negli spazi dell’Arsenale di Venezia come sintesi formale e teorica dei processi innescati nei diversi territori nei mesi precedenti, restituendo una diversa e originale immagine dell’architettura italiana nel contesto internazionale. 

Nuove generazioni, ricerca e collaborazione. Questo anche il filo rosso del primo bando internazionale Biennale College Architettura, il cui workshop (con 50 posti) avrà inizio il 25 giugno fino al 22 luglio 2023, e sarà aperto a studenti e studentesse, a laureati e laureate under 30, ad accademici e accademiche, e professionisti/e emergenti under 35. Tra i temi sotto i riflettori decolonizzazione e decarbonizzazione, al cuore dell’educazione all’architettura. Le candidature si chiudono il 17 febbraio e il processo avrà come esito un documentario che sarà proiettato come parte integrante della Mostra. «La 18. Mostra Internazionale di Architettura della Biennale di Venezia sperimenta quest'anno per la prima volta una attività di College. Ci auguriamo che il risultato sia pari a quello raggiunto dal primo college d'Arte condotto l'anno scorso da Cecilia Alemani. Con il College Architettura – ha spiegato il presidente della Biennale Roberto Cicutto - si completa un processo avviato con tutte le altre discipline della Biennale di Venezia - Danza, Musica, Teatro, Cinema, Arte - che apre un varco verso il mondo a giovani architette e architetti. La scommessa che Lesley Lokko ha accettato è forse la più complessa rispetto a quella dei suoi colleghi. Ma è proprio la sua esperienza nel trasformare il modo di concepire, trasmettere e insegnare l’architettura che la rendono la persona più adatta a raggiungere lo scopo. Facendo gli auguri di una buona riuscita a Lesley, li faccio a tutti noi che lavoriamo per rendere La Biennale sempre di più un laboratorio e un luogo di confronto internazionale per giovani donne e uomini i quali, anche attraverso questa esperienza, acquisteranno ancor più consapevolezza della scelta che hanno fatto».

Postdisaster, ph. © Gabriele Fanelli

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