In pillole i dati e l’analisi a cura del Centro Studi Sigest

Vivere i quartieri milanesi. Come sta il mercato residenziale e quali sono i trend emergenti

Paola Pierotti, PPAN
19. outubro 2020
Milano

Con il coordinamento di Francesca Bombelli, la pubblicazione edita da Sigest, si sviluppa attraverso contributi di natura sociologica, architettonica e immobiliare, ma anche per mezzo della testimonianza di alcuni tra i più interessanti progetti che stanno trasformando radicalmente il volto della città. «La sfida è quella di riuscire a coniugare la storia e l’identità sedimentata nel tempo con la trasformazione, perché essi – commenta Bombelli – rappresentano una sorta di laboratorio dove sperimentare le nuove forme dell’abitare in città».
Non solo un’analisi dello stato di fatto, ma “anche un’immersione nelle zone più promettenti della città, con le loro sfide e le loro potenzialità” si legge nell’introduzione. 

«L’esigenza di formulare nuovi modelli abitativi nei quali il quartiere sia parte integrante del prodotto residenziale è oggi improcrastinabile: i numerosi progetti che mirano a estendere la qualità abitativa in tutte le aree della città di Milano, promossi e sostenuti dall’Amministrazione Comunale con molteplici iniziative, esigono la consapevolezza dell’evoluzione delle forme dell’abitare e delle complesse dinamiche che le caratterizzano». Vincenzo Albanese, presidente di Sigest spiega il senso del progetto teso a valorizzare la dimensione locale nel cuore della città ma anche nelle aree più esterne. «Intervenire nei contesti meno centrali – racconta – richiede la profonda conoscenza del territorio in tutte le sue sfaccettature, solo così sarà possibile recuperare e valorizzare brani di un racconto urbano fatto di edifici, vie, piazze, parchi, attività, ma anche di storie, vite e speranze».

La ricerca 2020 monitora un mercato privilegiato – quello di Milano – in un comparto di nicchia, il residenziale di nuova realizzazione, ma che ha anche la peculiarità di anticipare i più ampi trend dell’abitare in città. 

Stato attuale delle iniziative rilevate. Immagine tratta da Residenziale a Milano: mercato immobiliare e trend emergenti, di Sigest

Non sono secondarie le ripercussioni che la pandemia ha avuto su tutti gli ambiti della vita, tanto da rimettere in discussione paradigmi che fino a pochi mesi fa sembravano intoccabili, e formulare soluzioni innovative per il real estate. “Tra le tendenze più significative che si sono rafforzate in questo momento particolare – si legge nella ricerca – si nota l’incremento dell’interesse verso il 'quartiere' nella scelta della propria casa. Se fino a qualche anno fa erano determinanti le caratteristiche dell’abitazione, oggi invece per chi compra casa i servizi di prossimità, l’identità del contesto urbano e la presenza di una comunità locale dinamica, hanno maggior peso”.

Le case non sono inscindibili dal loro contesto. Non si misura solo la distanza rispetto al centro o alla periferia, ma l’interesse si focalizza sulla qualità e sull’identità del quartiere che assume il ruolo di “cuore pulsante” della vita e delle relazioni. Ecco che il binomio casa-quartiere si pone come il nuovo paradigma dell’abitare a Milano e, se il capoluogo lombardo si conferma anticipatore di tendenze, potrebbe valere anche per le altre città.

SeiMilano. Render di Mario Cucinella Architects. Immagine tratta da Residenziale a Milano: mercato immobiliare e trend emergenti, di Sigest.

Tra gli altri trend si segnala anche quello positivo della domanda del prodotto nuovo rispetto all’usato, per caratteristiche tali da garantire un migliore mantenimento del valore dell’asset nel tempo e di conseguenza un investimento più interessante. Rimane alta l’attenzione al comfort e alla sostenibilità ambientale. Ancora, dal punto di vista delle dimensioni e del layout dell’abitazione, il dibattito si fa più complesso: sempre più frequente che i clienti ricerchino una camera in più, almeno un balcone o un terrazzo, o meglio ancora un giardino, anche sacrificando la location che dal centro tende a spostarsi verso zone meno centrali. Chiaramente non si può generalizzare, se si tengono in considerazione i “desiderata” o le “reali possibilità”, per questo il focus si concentra sul tema della migliore abitabilità possibile. Da qui la ricerca di “arredi dinamici” che si spostino agevolmente, trasformando una camera da letto in uno studio dove lavorare o dove praticare fitness. Oppure, anche la sala da pranzo, se opportunamente progettata, può diventare in poche mosse un luogo di lavoro accogliente. Formule abitative che si stanno sperimentando concretamente in alcune iniziative in cantiere oggi a Milano, “perché la possibilità di utilizzare lo smart working – dicono da Sigest – potrebbe rendere apprezzabili queste nuove soluzioni che prevedano un aumento solo virtuale dei metri quadri abitabili”.

Il progetto è stato messo a punto con il supporto di AIM Associazione Interessi Metropolitani. L’esito è anche un viaggio alla scoperta dell’identità e dell’anima dei 32 quartieri milanesi, tra scorci famosi e meno noti.

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