Da Taranto a Cagliari, in Italia si moltiplicano i progetti che mettono al centro i grandi impianti sportivi

Servizi e infrastrutture sociali: lo stadio driver di pianificazione urbana

Luigi Rucco, PPAN
24. maio 2023
Render del nuovo stadio di Taranto © Mdu Architetti

Interventi che non si possono più limitare alla riqualificazione della struttura sportiva senza rapportarsi con le esigenze di un intero quartiere. Nell’ambito di una pianificazione urbana sempre più integrata e proiettata verso la creazione di spazi sostenibili e a misura del cittadino. Le aree in cui sorgono le nuove strutture, o si recuperano quelle esistenti, diventano nuovi epicentri di rigenerazione economica, sociale e ambientale.

Ne è un esempio il progetto del nuovo stadio del nuoto di Taranto, proiettato verso i Giochi del Mediterraneo 2026. Lo studio Mdu Architetti di Prato con Open ingegneria per le strutture, Esa engineering per gli impianti, insieme al geologo Andrea Fiaschi si è aggiudicato la seconda fase del concorso, che ha visto ben 37 cordate in lizza. Scopo della gara, promossa dal comitato organizzatore Taranto 2026, era quello di cercare la miglior soluzione per l’infrastruttura sportiva, cercando di integrarla con il panorama marino e il contesto storico e paesaggistico dell’area di Torre d’Ayala. Bellezza che diventa funzione, così l’architettura si apre al disegno di nuovi spazi pubblici e attività per i cittadini, visto che questi luoghi ospiteranno attività a carattere ludico-sportivo. Il costo dell’intervento è di 15,7 milioni di euro. 

«La collocazione sul mare dell’area del concorso rimanda direttamente alla geografia del mediterraneo e alle sue coste così simili e così diverse, ognuna espressione di paesaggi e storie profondamente radicate nel passato. Taranto – spiegano i progettisti nella relazione – si erge sul mare aperto con alti bastioni murati per contenere e proteggere la vita della città, e così per analogia abbiamo inteso organizzare il profilo dal mare del nuovo stadio del nuoto; i bastioni si trasformano in gradonate che assecondano l’orografia del luogo riprendendone le linee di pendenza e la grande copertura della piscina sembra librarsi leggera nell’aria sostenuta dall’azione della brezza marina».

Render del nuovo stadio di Cagliari, progetto di Sportium

Nuovi stadi, anche con partnership pubblico-private in tutt’Italia. Come nel caso di Cagliari, dove il presidente del Cagliari Calcio Tommaso Giulini e il sindaco Paolo Truzzu hanno assunto l’impegno concreto di dare alla città un nuovo impianto, grazie anche alla proposta del Gruppo Costim. L’operazione sarà concretizzata attraverso una Newco che verrà costituita a valle dell’aggiudicazione della gara pubblica indetta dal Comune. 

Da Cagliari a Salerno, dove lo Stadio Arechi sarà oggetto di lavori di riqualificazione da parte del gruppo di imprese Buromilan, con lo studio Zoppini Architetti, Gau Arena ed EP&S. La procedura avviata da Arus, l’Agenzia regionale universiadi per lo Sport, prevede un investimento di circa 35 milioni di euro, per un impianto che da 30 anni ospita la squadra locale.

Le opere di adeguamento e riqualificazione saranno un importante step non solo per gli sportivi che lo frequentano ma per l’intera cittadinanza, grazie soprattutto alla copertura che sarà costruita lungo tutto l’impianto.

Italia che guarda al modello europeo, specialmente inglese e tedesco, ma scopre incongruenze nei finanziamenti. Se da una parte il recente Dpcm stadi decreta finalmente la nascita di una cabina di regia interministeriale che coordinerà tutti i progetti in costruzione, dall’altra sono recenti le bocciature da parte dell’Unione europea sui finanziamenti del Pnrr per le operazioni di Firenze e Venezia. Nel caso del capoluogo toscano, gli interventi di ristrutturazione e riqualificazione dello stadio 'Artemio Franchi' di Firenze richiedono 55 milioni di euro per dare forma al progetto firmato da Arup Italia con Mario Cucinella Architects (frutto di un concorso) per il quartiere fiorentino di Campo di Marte. In attesa di capire dove reperire i fondi dopo lo stop dell’Ue anche nella città lagunare per il “Bosco dello Sport”, per il quale il Comune di Venezia annuncia di non volersi fermare ma si interroga su dove reperire i fondi oggi negati dal Piano nazionale di ripresa e resilienza. In questo caso si tratta di un importante centro sportivo e culturale a Tessera: un masterplan in cui creare, attraverso attività fisica, musica e cultura, un punto di riferimento per la città e i suoi abitanti.

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