La sfida di Progetto Cmr con Copernico e l’impegno della Design International Foundation

Fase 2, dalle visioni ai progetti per co-working e food court

Paola Pierotti, PPAN
25. mei 2020
Copernico e Progetto CMR. Foto di Design International Foundation

«Il Covid-19 ha un impatto enorme, non solo in termini di crisi economica. Ha cambiato il modo di comunicare e di collaborare. Chi come Copernico crede nel valore della rete, della condivisione e del confronto come leva di crescita deve dare il suo meglio perché si creino le condizioni migliori per uno sviluppo economico responsabile e sicuro. Tornare al lavoro è una necessità e un diritto, permettere di tornarci in sicurezza è un dovere» – dichiara Pietro Martani, fondatore e Amministratore Delegato di Copernico. «I luoghi di lavoro – precisa Massimo Roj, Ad Progetto CMR - sono dei microcosmi urbani in continua evoluzione, che riproducono, a scala ridotta, le dinamiche che definiscono le città. Il modo di relazionarsi tra di noi e di vivere gli spazi sta cambiando, oggi più che mai è fondamentale un approccio nuovo, dinamico, integrato, multidisciplinare».

Copernico e Progetto CMR

Progetto Cmr in particolare, ha stretto un’alleanza con Copernico promuovendo il progetto WorkCare. Copernico, rete di luoghi di lavoro, uffici flessibili e servizi che favorisce lo smart working e la crescita professionale e di business, ha fatto squadra con la società di consulenza specializzata in progettazione integrata, mettendo a sistema le diverse expertise, per dare una risposta pronta alle richieste concrete di tutte le aziende che dovranno, a partire dalla fase 2, gestire gli spazi di lavoro cercando di renderli sicuri, accoglienti, dinamici ma contemporaneamente rispettosi delle nuove normative.

Sono numerose le aziende che devono affrontare la ripresa delle attività, la ripianificazione del business, la gestione delle risorse umane. E la soluzione, secondo gli esperti, dovrà avere una risposta multidisciplinare. «Fisico – Psicologico – Relazionale saranno i tre ambiti in cui questa task force – dicono dallo studio Progetto Cmr - si muoverà per offrire soluzioni efficaci per la gestione dello spazio di lavoro e dare un significativo contributo ai piani strategici delle imprese post-pandemia». 

Sulla stessa linea l’investimento di Design International guidato da Davide Padoa, con la consapevolezza che il distanziamento sociale avrà un impatto a lungo termine sull’architettura e sulla progettazione di qualsiasi edificio che serva la propria comunità come luogo di incontro.

Il focus specifico della Design International Foundation è basato sulla ricerca e su programmi educativi che supportino la prossima generazione di architetti, con formazione ed esperienze lavorative. E così, mentre i retailer di tutto il mondo si trovano oggi ad affrontare la sfida di adattare i loro ambienti alle nuove esigenze di clienti e operatori, la Fondazione sta collaborando con lo studio Design International per sfruttare la sua esperienza nella progettazione di Food Court e identificare delle soluzioni al problema più urgente: Come adattare ciò che di solito è progettato per essere un’area affollata e vivace alle esigenze del distanziamento sociale, senza perdere l’attrattività e il divertimento che caratterizzano i luoghi di aggregazione? 

Design International Foundation. Foto di Design International Foundation

«Poiché i luoghi di ospitalità, shopping, ristorazione e intrattenimento stanno gradualmente riaprendo le porte al pubblico, la chiave - commenta Gianluca Gerosa, Presidente in pectore di Design International Foundation - è massimizzare la sicurezza dei visitatori, senza compromettere l’esperienza del cliente e il coinvolgimento della comunità». L’iniziativa è pensata per fornire una consulenza e degli schemi distributivi, creati dai team di Design International che lavorerà con i proprietari dei malls per definire dei layout conformi al distanziamento sociale nelle Food Court di loro proprietà. Facendo propri la responsabilità sociale e i valori etici della Fondazione, Design International contribuirà quindi con 300 giorni di progettazione gratuiti – l’obiettivo è produrre layout per 300 Food Court in 300 giorni; il numero non è casuale in quanto rappresenta i progetti realizzati da Design International nel corso dei suoi 55 anni di storia, una sorta di restituzione e ringraziamento al settore. «I nostri team di Londra, Milano, Shanghai e Dubai – spiega Davide Padoa, ceo di Design International - sono pronti a fornire un aiuto a qualsiasi proprietario in cerca di supporto in questo momento di crisi». Food Court Remastered è disponibile per tutti i proprietari di malls all'indirizzo www.designinternational.com/giveback.

Approfondimenti:

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