Da aprile il cambio di passo, ma le professioni chiedono una proroga per far fronte alla criticità

Rivoluzione Codice Appalti e stop al Superbonus, mentre l’Europa definisce la rotta

Paola Pierotti, PPAN
15. februari 2023
Agosto 2020, Impermeabilizzazione degli edifici residenziali di SeiMILANO. Ph. © Isabella Sassi Farìas _ Urban Reports 

Tra le problematiche emerse nel testo del nuovo Codice c’è il ricorso esteso all’appalto integrato. “Ciò significherà affidare alle imprese non solo l’esecuzione, ma anche la progettazione dell’opera, delegando tutto il processo al soggetto che ha i maggiori interessi economici e ponendo gli stessi progettisti in condizione subalterna, eliminando la centralità del progetto e togliendo alle stazioni appaltanti la gestione dello stesso” si legge nella nota emanata dalle professioni tecniche. Si aggiunga la questione dell’affidamento in via preferenziale degli incarichi di progettazione, direttore dei lavori e collaudo a tecnici interni alla pubblica amministrazione. “Si andrà ad aumentare il carico lavorativo di uffici spesso già oggi sottodimensionati - il commento - con il rischio che gli stessi non riescano ad evaderlo ed eliminando la figura terza di professionista esterno, indipendente da committente e costruttore, garante della buona riuscita in termini tecnici ed economici dell’opera”. 

Tra le criticità anche la riduzione a soli due livelli di progettazione, con l’obiettivo di velocizzare l’iter progettuale “senza però considerare che la maggior parte dei tempi nella fase di progettazione e realizzazione, è condizionata dal pesante sistema burocratico - nulla osta, autorizzazioni e permessi”. Questione legata anche alla “ridefinizione dei relativi compensi, al fine di scongiurare ricadute sulla qualità delle opere”. 

I professionisti sollevano anche la questione sulla “possibilità di affidare incarichi a titolo gratuito. Anche in questo caso si registra una forte discrasia tra la teoria e la pratica: in teoria ciò dovrebbe avvenire solo in casi eccezionali e motivati, in pratica si aprirà ad ogni situazione, con ricadute, ancora una volta, sulla qualità del progetto e sulle opere”. E ancora, “la riduzione della validità dei curricula dei progettisti ed in particolare dei requisiti economici, ad un solo anno, comporterà l’inevitabile ricorso all’avvalimento, sistema che permette l’utilizzo di curriculum altrui, ed il subappalto delle prestazioni professionali”.  

I rappresentanti di Cni e Cnappc, Inarcassa insieme alla sua Fondazione, Aidia (Associazione Italiana Donne Ingegneri e Architetti), Ala Assoarchitetti (Associazione degli architetti e degli ingegneri liberi professionisti italiani), Federarchitetti (Associazione nazionale degli architetti e ingegneri liberi professionisti), Federazione Nazionale Asso Ingegneri Architetti e Inarsind (Associazione nazionale d’intesa sindacale ingegneri ed architetti liberi professionisti italiani), hanno chiesto al Governo di rinviare l'entrata in vigore del nuovo Codice e di avviare un confronto su questi temi con tutte le forze politiche che credono nella qualità del lavoro per “sanare le numerose storture che il testo presentato andrebbe a causare soprattutto al sistema dei lavori pubblici”. “È indispensabile - concludono - evitare l’aumento dei costi delle opere, evitare il mancato controllo da parte di soggetti terzi, che legherà i liberi professionisti a doppio filo alle imprese, ed evitare il pericolo incombente di non riuscire a rispettare le scadenze previste dal Pnrr”.

Il 2023 si apre con il nuovo Codice, con le recenti novità legate al cambio di rotta sugli incentivi per la riqualificazione edilizia con i trasferimenti dei crediti d'imposta bloccati dal 17 febbraio e con la decisione immediata che eviterà la stretta solo chi ha avviato i cantieri entro il giorno precedente. Intanto la clessidra del Pnrr batte il tempo, si lavora tra urgenze, straordinarietà e voglia di innovare. E l’Europa traccia la rotta con la direttiva sulle “case green”, un pacchetto di norme proposto dall'Unione Europea finalizzato a promuovere la ristrutturazione degli edifici esistenti e la costruzione di nuovi edifici ad alta efficienza energetica. All’Italia il compito di trovare la strada: garantire le performance e rimettere al centro il progetto e la sua qualità.

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