Annunciati i vincitori. Menzioni per Mzc+ per la nuova fabbrica a Campodarsego e Carlana, Mezzalira, Pentimalli per la Biblioteca di Bressanone

Weber + winterle architetti si aggiudica il Premio Architettura Città di Oderzo

Luigi Rucco, PPAN
19. 12月 2022
la Biblioteca universitaria Mesiano (BUM) dell'Università di Trento, interno. Progetto di © Weber + winterle architetti

Il premio, nato nel 1997 e giunto quest’anno alla 18esima edizione, vuole essere uno strumento di promozione della qualità architettonica legata al territorio, con il proposito di diffondere stimoli educativi e culturali alle nuove generazioni.

la Biblioteca universitaria Mesiano (BUM) dell'Università di Trento, esterno. Progetto di © Weber + winterle architetti

Vincitori di questa edizione sono Weber + winterle architetti con la Biblioteca universitaria Mesiano (BUM) dell'Università di Trento. L’intervento si inserisce nel contesto dell’area universitaria della facoltà di ingegneria, dove c’era un ex sanatorio. Il nuovo intervento mette in primo piano la visuale sulla città e le montagne che fanno da sfondo e allo stesso tempo diventa elemento di riferimento per una riorganizzazione del sistema di accesso all’area. L’edificio è organizzato su due livelli destinati alle sale lettura e ai relativi spazi per i libri in consultazione. Il primo piano è completamente fuori terra, mentre il secondo è seminterrato e visibile solo a valle della collina. L’ingresso principale è posto sull’asse di accesso centrale ed è definito da un vuoto che permette l’affaccio verso la valle e la città. Il volume è caratterizzato da un andamento irregolare che segue quello naturale del terreno, restituendo un rapporto diretto tra spazi interni e paesaggio esterno.

Weber + winterle architetti, foto della premiazione. Ph. © Matteo De Mayda

«È un onore aver vinto il Premio Architettura Città di Oderzo. Il nostro progetto lavora con il paesaggio e nasce dall'esigenza di ridefinire un borgo e ridare una diversa connotazione a uno spazio in cui interno ed esterno dialogano tra loro. Il progetto offre il paesaggio come un'intuizione da regalare agli studenti che studiano la materia», hanno dichiarato gli architetti Lorenzo Weber e Alberto Winterle.

Ben 79 i progetti candidati che, oltre al vincitore conta due menzioni speciali. La prima per lo studio Mzc+ di Treviso, dove Giuseppe Cangialosi e Massimo Moretto sono stati premiati per il progetto “La Fabbrica della fabbrica” a Campodarsego nella categoria “Architettura dei luoghi del lavoro”, intitolata alla memoria di Tiziana Prevedello Stefanel, architetta e imprenditrice di Oderzo prematuramente scomparsa nel 2018. Lo stabilimento sorge nell’ambito della centuriazione romana dell’alto padovano, caratterizzato da ampie aree agricole e piccoli centri abitati.

Il progetto “La Fabbrica della fabbrica” a Campodarsego nella categoria “Architettura dei luoghi del lavoro”. © Mzc+

Seconda menzione a Carlana, Mezzalira, Pentimalli per la Biblioteca Civica di Bressanone nell’ambito della categoria “Architetture per la comunità”, dedicata a Francesca Susanna, architetta responsabile dell’Ufficio Beni Culturali della Provincia di Treviso mancata nel 2019.

Il progetto è da intendersi come un’infrastruttura sociale, in cui il rapporto tra antico e nuovo è armonioso ma ben delineato. Le peculiarità del contesto e le esigenze di un edificio pubblico aperto alla collettività sono stati la base per l’ideazione di un intervento contemporaneo capace di guardare al futuro della città. Un progetto che si inserisce nel tessuto urbano in modo coerente, riuscendo ad instaurare un profondo dialogo con gli edifici esistenti, mantenendo il carattere degli spazi che le caratterizzano.

Riuscire a diffondere la consapevolezza che l’impatto dell’architettura ha nelle trasformazioni sociali e nel miglioramento della qualità della vita, ha uno scopo principalmente culturale e didattico. Su questi obiettivi si è focalizzato il lavoro della giuria di questa edizione, composta da Simona Malvezzi (Kuehn Malvezzi), Martina Salvaneschi (Associates Architecture), Stefano Gri (GEZA Architettura) e Luigi Lucchetta (Desireè Spa) e presieduta da Paolo Baratta, presidente della Biennale di Venezia fino al 2020 e già ministro della Repubblica.

Progetti che fanno capire l’importanza di favorire la qualità del costruito, sia pubblico che privato, incentivando l’utilizzo di opportune procedure di affidamento degli incarichi.

La Biblioteca Civica di Bressanone nell’ambito della categoria “Architetture per la comunità”, progetto di Carlana, Mezzalira, Pentimalli. Ph. © Marco Cappelletti

«La giuria ha lavorato in modo gioioso, a volte persino giocoso. Abbiamo voluto premiare le architetture e non gli architetti - racconta Paolo Baratta - questo Premio nasce per la comunità. Le opere che abbiamo segnalato sono state fatte nonostante grandi difficoltà e quindi ancora di più manifestano la ferma volontà dei progettisti di non abbandonarsi all'indifferenza, di essere consapevoli della complessità del territorio e di non cedere alle sirene suadenti dell'autocelebrazione e della promozione di sé stessi. Invito tutti ad andare a vedere di persona i progetti selezionati a sentire la presenza dell'architettura».

Come simbolo di riconoscimento della qualità dei progetti realizzati, è stata consegnata la targa anche agli altri 5 progettisti finalisti: Plasma Studio, Ulrike Hell per l’Appropriate Bistro Bergsteiger di Sesto; MoDusArchitects di Bressanone, Sandy Attia, Matteo Scagnol, per l’Abbazia di Novacella a Varna (Bressanone); i trevigiani CLINICAURBANA - Matteo Sartori, Valentino Nicola, Riccardo Miotto per il tabià Elisa a Zoldo Alto (Belluno); i meranesi Rauch Gapp Architekten per il Residence Ofenbaur a Merano; Enrico Dusi / Matteo Ghidoni + Sinergo spa per il casinò di Venezia - Ca’ Noghera.

«Il Premio ha il pregio di sensibilizzare la comunità sull'importanza sociale dell'architettura - commenta Lara Corte, assessora all'urbanistica della Città di Oderzo -. Per far conoscere ulteriormente il Premio, abbiamo intenzione di organizzare una mostra a esso dedicata, innanzitutto a Oderzo, ma che vogliamo rendere itinerante».

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