I temi? Dallo spazio pubblico alla scuola, dalle politiche di genere alle Olimpiadi

Triennale, creatività e ricerca per il programma 2020 dell’Urban Center di Milano

Paola Pierotti, PPAN
20. 1月 2020
La Triennale, Milano. Foto tratta dal profilo facebook della Triennale di Milano

I temi. Contaminazioni possibili tra urbanistica, design, sociologia, economia, studi organizzativi, cultural management e arte contemporanea. E poi, analisi sulla percezione e l'uso che cittadini, artisti ed attivisti fanno dei monumenti. Focus sugli spazi pubblici realizzati e gestiti da privati e sulla mobilità. Dallo storytelling alla fotografia, per raccontare, analizzare e ipotizzare la trasformazione di Milano in tutti i suoi aspetti, dalle architetture alle persone, dal centro alle periferie. Attenzione anche alla conservazione del patrimonio naturale italiano, al tema della scuola e degli spazi educativi, e riflessione aperta sul modello Milano come strategia da applicare ad altri centri. Non manca uno sguardo al futuro, ad esempio esplorando il rapporto tra Olimpiadi e città/regioni.

«Siamo molto soddisfatti della qualità delle proposte presentate – ha dichiarato l’assessore all’urbanistica Pierfrancesco Maran – vogliamo che l’Urban Center diventi un luogo dove i milanesi possono incontrarsi, confrontarsi e portare il proprio contributo al dibattito pubblico sulla città che cresce dal punto di vista urbanistico, sociale e culturale e la varietà dei temi proposti consente di interessare una larga platea».

La call ha richiesto ad ogni partecipante di presentare una programmazione di 10 incontri (che moltiplicati per 13 proposte produrranno 130 momenti pubblici in un anno): workshop, talk, conferenze ed eventi. In aggiunta ciascun operatore ha messo a punto una proposta di ricerca da sviluppare intorno ai temi della città e ai suoi cambiamenti, per approfondire questioni emergenti legate alle trasformazioni ambientali, urbane, culturali e sociali.

Da sinistra Lorenza Baroncelli, Pierfrancesco Maran, Stefano Boeri alla conferenza di presentazione di Urban Factor. Foto tratta dal profilo facebook della Triennale di Milano

«La collocazione dell’Urban Center all’interno della Triennale – spiega il presidente dell'Istituzione culturale Stefano Boeri – ha rappresentato una grande opportunità per creare un centro di documentazione e ricerca su Milano e sul futuro delle città del mondo. Con queste proposte, si è voluto rendere l’Urban Center uno spazio inclusivo, di narrazione e progettazione, capace di offrire momenti di dialogo e confronto per le comunità locali, i professionisti, le aziende, e anche per il pubblico”.

I progetti vincitori del Public Program: "Pops Up" di Francesco Garofalo; "Mobility as Urban Factor" di MIC Mobility In Chain (Federico Parolotto); "Nel Perimetro" di Sebastiano Leddi e Francesco G. Raganato; "Osservatorio Natura Italia" di Salvatore Porcaro; "Milano Versus" di Marco Minicucci, Gabriele Leo, Arianna Campanile, Francesca Calvelli, Giulia Pozzi e Mirko Andolina; "Scuola Patrimonio Urbano" di Alessandro De Magistris, Federico Deambrosis, Federica Patti, Cristina Renzoni e Paola Savoldi; "Mega - Events and the City" di Davide Ponzini, Zachary Jones, Nicole De Togni, Stefano Di Vita; "Città ex Post" di untitled architecture | Studio PARE |+ Agenzia 2791; "Nudge In" di Associazione Innovare x Includere; "I Ching" di Che Fare; "Hancking Monuments" di Pietro Gaglianò e Simona Da Pozzo.

Spazio anche ad alcuni progetti di ricerca finanziati dallo stesso Urban Center: 100 Public Spaces for Milan di Chiara Quinzi e Diego Terna, che analizza la partecipazione cittadina al progetto dello spazio pubblico, come elemento di piena e completa riconoscibilità, personale e collettiva; Sex & the City di Florencia Andreola e Azzurra Muzzonigro, che presenta una lettura di genere degli ambienti urbani perseguendo il superamento dei dualismi conflittuali di genere.

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