Kengo Kuma: Onomatopoeia Architecture

«L'onomatopea non vede l'architettura come il soggetto delle operazioni di attori di un rango superiore (gli architetti), ma pone architettura ed esseri umani sullo stesso piano. Gli architetti non sono a capo dell'architettura, ma camminano attorno ad essa insieme ai fruitori. L'onomatopea èsimilealla voce di un animale emessa a livellofisico ed esperienziale».

KENGO KUMA

Prendendo ispirazione dalle parole di Kengo Kuma stesso, ACP Art Capital Partners – Palazzo Franchetti, in collaborazione con lo studio internazionale Kengo Kuma and Associates, presenta un'originale retrospettiva su una tematica unica dell’innovativo architetto giapponese e i suoi progetti realizzati in tutto il mondo, con apertura al pubblico il 14 maggio.

Partendo dall’onomatopea, che è l’atto di creare o usare parole che includono suoni simili ai rumori ai quali si riferiscono, Kengo Kuma dà forma ad una sensazione fisica che esprime la sua idea di architettura sostenibile, dove i materiali sono di recupero e le persone e le cose si ricongiungono. Riscoprendo le tradizioni giapponesi e i suoi materiali più utilizzati – legno, carta e metallo – l’architetto decide di reimpiegarli in modo più contemporaneo. Nella sua visione, le superfici non coinvolgono solamente la vista, ma anche i sensi di olfatto e tatto. Attraverso l’esposizione di alcune maquette dei suoi edifici più celebri, i visitatori sono incoraggiati a scoprire i suoni dei diversi materiali.

 

Courtesy of ACP Art Capital Partners – Palazzo Franchetti