Foto © Pietro Savorelli
Foto © Marco Zanta
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Foto © Pietro Savorelli
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SHN, Residenze per studenti universitari a Novoli

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Sede
Via di Novoli, 50129 Firenze
Anno
2007

Costruire la Massa.

Occupando due isolati urbani del piano di recupero di Roberto Gabetti e Aimaro Isola, che sviluppa il piano guida di Leon Krier, il programma prevede la realizzazione di un complesso di residenze per 250 studenti universitari e relativi spazi di servizio sviluppati su quattro livelli. Un'area destinata a parcheggio occupa il piano interrato, mentre spazi commerciali e la mensa universitaria sono collocati al piano terra. Il progetto immagina i due isolati come un sistema edilizio compatto e unitario che congiunge i due lotti con un grande tetto, una sorta di porta urbana, che conduce agli ingressi del sistema abitativo, degli spazi di servizio, della mensa. Il complesso si apre all'interno nel vuoto di tre corti, una delle quali, quella centrale, diviene uno spazio pubblico coperto, la seconda è costituita dal vuoto della mensa e la terza è una giardino interno per gli studenti. Il disegno degli isolati, il mantenimento dei bordi fissi esterni, i materiali, il sistema delle bucature verticali imposti dal rigidissimo piano Krier ci hanno suggerito il tema della 'massa costruita', che caratterizza gli isolati della città storica, dove il contrasto tra i materiali è una vibrazione d'ombra su uno sfondo sostanzialmente monocromo; dove i bordi esterni degli edifici sono lavorati da leggere inflessioni planimetriche più che attraverso forti contrasti cromatici e le facciate sono disegnate dalla scansione regolare di grandi bucature. Sovrapposto al vuoto delle finestre, il sistema di oscuramento 'a scandole' traccia ulteriori leggere vibrazioni d'ombra, quasi annullando il foro essendo posto sul filo esterno e concorre ad aumentare ulteriormente il valore del muro esterno dell'isolato e quindi il valore urbano di massa costruita. Per le residenze il progetto disegna fronti omogenei dove un generoso basamento in cemento armato si stempera, ai piani superiori, in linee d'ombra e, mantenendo la sua compattezza e omogeneità cromatica, produce una sorta di 'tessitura minuta'. Il basamento compatto in cemento armato è disegnato dalla scansione regolare dei casseri che diventa anche l'ordine del sistema di pannelli di tamponamento costruiti dalla sequenza di 'scandole' in legno Prodema trattato di colore grigio (e prodotto specificamente per questo progetto). Il sistema residenziale si rappresenta come ‘normalità’ all'interno del tessuto urbano, una sorta di 'silenzio urbano' che lascia ad altri eventi, gli edifici pubblici, la ‘spettacolarità’ della rappresentazione architettonica. Gli alloggi sono serviti da un sistema a ballatoio rivolto alle corti interne. E' questo lo spazio della socialità e delle relazioni, sviluppato nell’organizzazione dei percorsi di distribuzione orizzontale dove si aprono alcune sale comuni e gli accessi agli alloggi segnati da una lanterna luminosa a tutta altezza che sottolinea, con la luce, l’ingresso agli alloggi. Le aree studio e di servizio alla residenza, aperte a tutti gli studenti universitari si rivolgono verso Via Forlanini dove una tripla altezza disegnata da una grande parete in vetrocemento modula, attraverso l'alternarsi dei ballatoi, la luce interna. Su Via Forlanini il progetto declina il medesimo tema della 'massa' edificata con l'utilizzo di materie differenti. Se il basamento in cemento armato costituisce la continuità con gli altri fronti, esso si smaterializza su via Forlanini, diventando una 'lanterna luminosa' in vetrocemento che illumina i ballatoi di servizio agli spazi pubblici del complesso, le sale studio comuni e si accende durante le ore notturne. Il tema della tessitura viene ripreso anche nel disegno degli spazi interni dove, più minuta, disegna i parapetti metallici e i controsoffitti fonoassorbenti.

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