Solo per lo stadio un concorso, vinto dalla cordata dei pratesi Mdu architetti
Giochi del Mediterraneo di Taranto, le tre opere-simbolo verso il cantiere
Taranto corre verso i Giochi del Mediterraneo del 2026, e lo fa ad altissima velocità, dopo il recente ok della Corte dei Conti al bando delle gare d’appalto per i primi tre progetti di riqualificazione degli impianti che saranno utilizzati per le competizioni sportive. Nello specifico, sono lo stadio di calcio Erasmo Iacovone, lo stadio del nuoto, e il complesso polifunzionale Amatori Ricciardi per lo sport, lo spettacolo, la cultura e il tempo libero. Investimenti per oltre 120 milioni di euro, con un cronoprogramma serratissimo da qui all’inaugurazione, prevista tra meno di due anni, il 21 agosto 2026.
Un iter lungo, non privo di stop and go e di problemi tra la giunta regionale guidata da Michele Emiliano, Massimo Ferrarese, commissario straordinario nominato dal Governo e presidente del Comitato organizzatore, e il sindaco di Taranto Rinaldo Melucci, che ha superato l’impasse all’inizio di agosto, con l’approvazione da parte della giunta regionale della delibera per un secondo masterplan per i Giochi, presentato dallo stesso Ferrarese. Una “revisione” che si era resa necessaria per rientrare nei 150 milioni iniziali. Ma di agosto è anche il decreto del Governo, firmato dai ministri Raffale Fitto ed Andrea Abodi, di concerto con il ministro Giancarlo Giorgetti, che ha previsto lo stanziamento di ulteriori 106 milioni per il secondo stralcio delle opere strutturali, per un totale che raggiungerà così i 275 milioni. Fondi che, come aveva dichiarato in una conferenza stampa il commissario Ferrarese, saranno destinati principalmente alla città di Taranto e al territorio salentino (205 milioni), con gli altri 70 per le altre province, per un totale di 40 opere in 21 comuni.
Due le centrali di committenza: per quello che riguarda lo stadio del nuoto, è stato infatti bandito da Invitalia l’affidamento in appalto integrato per la realizzazione dello stadio e la sistemazione dell'area esterna, nel quartiere Italia – Montegranaro. Una gara che arriva a oltre un anno dall’aggiudicazione del concorso da parte della cordata guidata da Mdu architetti con Open Ingegneria, Esa Engineering e il geologo Andrea Fiaschi. Era infatti aprile 2023 quando il team dei pratesi vinceva la competizione, con un progetto che prevede la realizzazione di due piscine olimpiche, una coperta e una scoperta, collocate lungo la linea di costa tarantina, nei pressi della storica area di Torre d’Ayala, per un impianto che una volta ultimato potrà accogliere 2mila spettatori. Secondo quanto si legge in una nota di Invitalia, “la realizzazione dello stadio del nuoto sarà l’occasione per recuperare la Torre storica e inserirla in un sistema integrato di fruizione e valorizzazione dei beni patrimoniali oltre che dell’area archeologica e del paesaggio costiero”. Un appalto del valore di 35 milioni di euro, per un importo lavori che raggiunge i 41; la scadenza per la presentazione delle offerte è fissata al 26 settembre.
Diverso il discorso per lo stadio Iacovone, che sarà interessato da una parziale demolizione e ricostruzione, secondo il progetto redatto da Sport e Salute, la società interamente partecipata dal ministero dell’Economia e delle Finanze (Mef) che è anche progettista e centrale di committenza. Un importo lavori da 60 milioni (quasi 2,5 solo per l’affidamento in appalto integrato dei servizi di progettazione esecutiva, coordinamento della sicurezza in fase di progettazione e di esecuzione lavori relativi agli interventi di demolizione delle gradonate di primo livello) per 21mila posti a sedere, e il cui bando di gara è stato pubblicato il 3 settembre, congiuntamente a quello per il PalaRicciardi. Per il centro polivalente, che sarà utilizzato per l’atletica indoor, arti marziali ed altre discipline, è previsto un intervento di riqualificazione e rigenerazione urbana da 24 milioni di euro. Strettissimi i tempi: la chiusura dei cantieri di tutte le opere è infatti prevista per giugno 2026, con il collaudo nel mese successivo.