La commissione europea dedica attenzione alla trasformazione urbana, con focus sull'alimentazione

Cities 2030: quando il food diventa driver per la progettazione delle città

Luigi Rucco, PPAN
18. ottobre 2022
©cities2030.eu

Da questi presupposti nasce Cities 2030, progetto finanziato dall’Unione europea, nell’ambito del programma di ricerca e innovazione Horizon 2030, che ha come obiettivo quello di trasformare i sistemi alimentari, rendendoli più resilienti e proiettati al futuro. Sviluppare una maggior consapevolezza dell’importanza del cibo sull’impatto ambientale che porti ad un’inclusione attiva degli individui nelle proprie comunità di riferimento. Questa politica di ricerca si è data quattro obiettivi principali: nutrizione e salute (avere un atteggiamento positivo sull’accesso al cibo e sulla salute delle persone), migliorare gli impatti sul clima e la sostenibilità di tutto il settore, circolarità ed efficienza delle risorse (ridurre di un terzo i rifiuti della catena alimentare), innovazione e comunità.

Il progetto è finanziato nell’ambito del bando “FOOD 2030 – Potenziare le città come agenti di trasformazione del sistema alimentare”, che vuole contribuire a indirizzare fondi e programmi per fare ricerca e innovazione che siano funzionali per questi obiettivi grazie ad un approccio olistico. Nel periodo 2014-2020 la commissione europea ha riconosciuto 1.630 progetti per oltre tre miliardi di fondi destinati solo per ricerca e sviluppo in questo ambito. Tante proposte hanno trattato temi della circolarità e risorse, il clima e la lotta allo spreco alimentare, con un approccio multi-stakeholder che favorisce la sperimentazione.

Questa visione è alla base anche dalla crescita di figure professionali, come quella del food designer, che parlando di temi come innovazione di prodotto e storia della cucina evidenziano come la rigenerazione e la progettazione delle città del futuro passi anche attraverso il settore alimentare. Nel 2023, inoltre, sarà lanciata una Horizon Europe Food Systems Partnership, una piattaforma di governance multi-attore per fornire co-benefici in linea con il Green Deal europeo.

Il miglior modo per raggiungere gli obiettivi prefissati e diffondere delle buone pratiche alimentari è veicolare questi messaggi attraverso esempi concreti in grado di accelerare la capacità di trasformazione. Per questo si è creata una rete di città europee pilota che fossero esempio di un reale sviluppo economico sostenibile e duraturo. Ben 15 città-labs in tutta Europa hanno già aderito all’iniziativa Cities 2030, con l’obiettivo di raggiungere le 50. In Italia le prime due che hanno preso parte sono Vicenza e Pollica (Sa), due realtà che con un approccio diverso rappresentano due casi studio importanti.

Pollica è un comune italiano nella provincia di Salerno, individuata dall’Unesco come una delle sette comunità europee emblematiche per la dieta mediterranea. In questo contesto il Future Food Institute, in collaborazione con il comune di Pollica ed il centro studi dieta mediterranea Angelo Vassallo, ha dato vita ad un nuovo Living Lab presso l'edificio storico Palazzo dei Principi di Capano di Pollica. Un laboratorio a cielo aperto che partendo dal binomio fondato su rigenerazione e cibo, si costituisce come centro sperimentale dove è possibile imparare un nuovo tipo di socialità e sperimentare pienamente il concetto di ecologia integrale di cui la dieta mediterranea è un esempio concreto. «Negli anni abbiamo iniziato a sviluppare una serie di strumenti e a partecipare a tanti bandi, uno di questi è Cities 2030. Storia, scienze, ecologia e biodiversità sono politiche interconnesse che vengono implementate direttamente sul territorio in modo concreto grazie ad un piano di sviluppo per la comunità. Oggi il Paideia Campus di Pollica porta avanti progetti di innovazione partendo dal territorio e dalle tradizioni, con un modello consolidato che si basa su un sistema di ecologia integrale», ha dichiarato Sara Roversi, presidente del Future Food Institute.

Innovazione e ottimizzazione dei cicli di produzione, distribuzione e smaltimento di cibo a livello urbano. Sono questi i driver del progetto alla base dell’esempio di Vicenza in collaborazione con l’amministrazione comunale. La Biblioteca internazionale La Vigna è un istituto di documentazione specializzato nel settore delle scienze agrarie e della civiltà contadina, con una ricca sezione dedicata alla gastronomia composta da 62mila volumi che permettono l’analisi e l’approfondimento di come l’uomo ha portato avanti la ricerca di un modello alimentare condiviso.

Vicenza è la prima provincia veneta per quanto riguarda l’export, denotandosi quindi come un importante centro economico e produttivo ma non solo. La lunga esperienza nell’ambito dei sistemi urbani del cibo e l’eccellenza del proprio modello nel servizio di ristorazione scolastica, ne fanno un esempio lungimirante e innovativo rispetto alle tematiche alimentari. Un modello organizzativo che parte da quello politico, capace di fornire linee guida non solo a livello normativo ma anche per i laboratori attivi nella città che, passando per un gruppo di lavoro più tecnico capace di coordinare tutte le iniziative locali sul modello alimentare, arrivi agli stakeholders coinvolgendoli in azioni concrete.

«Vicenza è una città di oltre 100mila abitanti, turistica dal punto di vista enogastronomico, con prodotti locali tipici e riconosciuti a livello mondiale. La nostra sfida è quella di aumentare la consapevolezza del sistema alimentare applicando modelli più sani e sostenibili. Il lavoro nelle scuole, soprattutto superiori, è alla base di qualsiasi programma a lungo raggio, applicando sempre un modello operativo che stimoli i ragazzi. È importante valorizzare quanto già esiste nel nostro modello urbano, promuovendo nuove azioni che possano contribuire a sperimentare nuove iniziative a livello politico, socioculturale ed economico» ha dichiarato Chiara Guglielmi, rappresentante del progetto Vicenza La Vigna Living Lab.

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