Il progetto di Guendalina Salimei recepisce anche gli oltre 600 contributi della call pubblica
Biennale, al Padiglione Italia va in scena l’intelligenza collettiva del mare
Aperto il sipario sulla 19. Biennale di Architettura di Venezia. Ha inaugurato infatti il 10 maggio, e rimarrà aperta al pubblico fino al 23 novembre, la mostra internazionale curata da Carlo Ratti, dal titolo Intelligens. Natural. Artificial. Collective. Una mostra che, come ha ripetuto spesso il curatore, vuole esplorare il concetto di una pluralità di intelligenze, che collaborano per l’’adattamento’ dell’umanità e dell’abitare agli effetti che il cambiamento climatico avrà sul Pianeta.
Allestito dentro le Tese delle Vergini dell’Arsenale, il Padiglione Italia di Guendalina Salimei, dedicato al tema Terrae Aquae. L’Italia e l’intelligenza del mare ha deciso di puntare su una riflessione a tutto tondo, che tocca architettura, cultura e scienza, sul Mar Mediterraneo, allargato ai vicini oceani, e sul rapporto tra il nostro Paese e il grande specchio d’acqua che lo circonda. Promosso dalla Direzione generale Creatività contemporanea del ministero della Cultura, il progetto accoglie elaborati di singoli e gruppi, sia affermati sia emergenti, innescando un confronto intergenerazionale, interculturale e senza distinzioni di genere, avendo anche recepito gli esiti di una call aperta per progetti e visioni – lanciata a gennaio e chiusasi a marzo – che aveva ricevuto oltre 600 contributi. Come si legge nel testo curatoriale, il fine è quello di «strutturare quel dialogo fecondo che è alla base dell’antinomia progettuale fra progresso e conservazione della memoria, necessaria al patrimonio marino e costiero italiano per mantenersi in equilibrio tra un futuro possibile e un passato imprescindibile». In linea con il grande tema scelto da Carlo Ratti, il Padiglione Italia mira a stimolare «il risveglio di una intelligenza collettiva capace di innescare un rinnovamento che parte dalle coste italiane per espandersi a livello globale».
Le tematiche su cui i visitatori sono chiamati a riflettere sono diverse, ma sottesi nel grande tema della necessità di garantire una gestione sostenibile e una valorizzazione ambientale e culturale delle aree costiere e portuali del nostro Paese. Tre le sezioni su cui sono stati organizzati gli esiti della call: il Censimento sul presente, con progetti realizzati o in via di realizzazione in Italia, riguardando soprattutto le riconversioni e le riqualificazioni; la Quadreria, che raccoglie il grosso dei contributi, con progetti, visioni, riflessioni sulla crescente complessità delle aree costiere; infine, il Laboratorio della ricerca, per un approfondimento interattivo dei temi legati all’intelligenza del mare in collaborazione con università, centri di ricerca e associazioni della società civile. Per Salimei centrale è un cambio di passo: «Guardare l’Italia dal mare implica un cambiamento di prospettiva, la necessità di ripensare il progetto del confine tra terra e acqua come sistema integrato di architetture, infrastrutture e paesaggio, mediato attraverso la cultura “marinara” per la quale l’avvicinarsi alla terra è un’azione che porta con sé ritualità e scoperta». Ecco che quindi gli 8.300 km di coste italiane diventano protagonisti di questa analisi, specchio da una parte della natura, e dall’altra del suo sfruttamento. Al cuore dell’allestimento c’è il concetto di “soglia”, che i visitatori sono obbligati a passare in una sorta di “attraversamento”. In altre parole, «questi spazi sono carichi di opportunità, in bilico tra una difficile rivelazione e processi di trasformazione, sono in continuo divenire e, pertanto, sono occasione di riflessione e di ricerca per nuove strategie progettuali».
Diversi gli artisti ed esperti chiamati da Salimei, dalle carte geografiche di Laura Canali, autrice delle mappe della rivista Limes, alle fotografie di Luigi Filetici alle opere visive dell’antropologo Francesco de Melis. A chiudere il percorso, nel Giardino delle Vergini, è l’Arca di Ulisse: un’arca – intesa come dispositivo di raccolta, conservazione e divulgazione di materiali e dati – “naufragata”, costruita grazie al riuso di imballi speciali a perdere. Sempre in linea con l’auspicio di Ratti che anche la Biennale sia il più possibile a rifiuti zero.
Ad accompagnare l’allestimento anche il public program Il mare dell’Intelligenza. Dialoghi e un catalogo composto da tre volumi, corredato da inserti speciali.