I protagonisti del cambiamento. Ultima opera realizzata: la biblioteca di Walter Angonese

Vino, lago e architettura. Caldaro contemporanea nel pubblico e nel privato

Paola Pierotti, PPAN
21. janvier 2019
Designhotel Gius La Residenza. Foto tratta da designhotel-kaltern.com

Da qualche anno Caldaro è anche meta apprezzata per il “turismo d’architettura”. Location perfetta per posizione geografica, contesto naturalistico e vino, con il plus del design contemporaneo.
 
Anche tramite Airbnb si può alloggiare in una casa d’autore, la Villa Baronessa: un vecchio padiglione nel parco di una residenza nobile che è stato ristrutturato sotto la direzione dell’architetto locale Walter Angonese e con il coinvolgimento dell’artista Manfred Alois Mayr. Chi preferisce una struttura alberghiera con un concept sartoriale che tiene insieme architettura, moda e cibo, può optare per Gius la Residenza, dove lifestyle e design sono protagonisti di una piccola struttura da 9 suite, che ha cambiato volto ad una pensione costruita dalla famiglia dei proprietari negli anni ’60. Sempre attuale, grazie anche ad un nuovo ampliamento nel parco, con uno stabilimento balneare concluso nel 2018, il Seehotel Ambach inaugurato nel 1973 (su progetto di Othmar Barth) e affacciato sul lago. Dal 2014 è in campo Angonese che interviene, adeguando la struttura alle nuove esigenze, in stretta continuità con il passato.

Seehotel Umbach, foto tratta da Booking.com

L’ultima opera realizzata a Caldaro è la nuova biblioteca comunale disegnata dallo stesso Walter Angonese, che per aggiudicarsi l’incarico ha vinto un concorso di progettazione. Un’architettura contemporanea frutto di un progetto di sostituzione edilizia, un volume di tre piani realizzato al posto di un ex fienile donato dal barone Di Pauli all’amministrazione comunale. La biblioteca è stata concepita come luogo di incontro, con spazi dedicati ai più piccoli e sale lettura. Tra continuità e contraddizione, Angonese, classe 1961, è uno dei motori del contemporaneo nella sua Caldaro, avendo realizzato ormai più di 15 anni fa la Tenuta Manincor.
 
Forti dei vincoli dettati dal territorio, con un Dna legato al saper fare e con un contesto favorevole grazie ad un’economia funzionante, l’architettura in Alto Adige da anni si è affermata come un modello per tutto il Paese. A Caldaro tutto è iniziato con una task force di progettisti locali com’è Angonese, ma anche come sono i soci di feld72 (oggi con una base a Vienna), che hanno affiancato l’amministrazione locale che ha spinto direttamente per rinnovamento del costruito in chiave contemporanea.

La cantina Winecenter, foto tratta da kellereikaltern.com

Feld72 a Caldaro ha realizzato la sua opera prima, il Winecenter, per il consorzio locale, e recentemente ha costruito una villa privata. «Siamo cresciuti in questo territorio, ci siamo spostati per studiare e ci sembrava impossibile inizialmente poter dare concretezza alla nostra professione, a casa nostra – racconta Michael Obrist, uno dei partner di feld72 – poi, però, grazie ad una combinazione di fattori dove la pubblica amministrazione, l’industria e il turismo hanno iniziato a investire nella creatività, si è innescato un qualcosa che ha inciso nella trasformazione del modo di vivere». A Caldaro, agli inizi degli anni Duemila, con il sindaco Wilfried Matscher Battisti in regia, si è dato vita ad un think tank informale, «con l’intento di capire come valorizzare il vino e dare un’immagine nuova al territorio: strategie, visioni e progetti, legando vino e turismo prima di tutto – racconta Obrist – anche per intercettare nuovi flussi. Tutto questo in un contesto regionale promettente dove la Provincia di Bolzano si è particolarmente impegnata per diventare leader sui temi ambientali e dove l’Agenzia CasaClima, con la sua attività capillare, è stata determinante nel far crescere lo standard della domanda e dell’offerta».

Trutschweg House, foto tratta da modusarchitects.com

Dalle cantine alle residenze private, dai luoghi dell’accoglienza agli spazi pubblici. L’architettura contemporanea a Caldaro è ormai familiare. Anche lo studio Modus Architects ha firmato una casa che affaccia sul lago, la Trutschweg House, risultato di un concorso privato. Un’architettura inserita nel paesaggio, che emerge dalla forte pendenza del declivio e si articola su quattro livelli. Il volume principale poggia su una facciata continua in vetro e bronzo che accoglie il piano terreno in diretto rapporto con gli spazi esterni, comuni e privati. Alcuni anni fa feld72 ha realizzato a Caldaro anche un complesso residenziale per una cooperativa, con 25 unità abitative, in un progetto che integra architettura e natura, con una strada pedonale al centro, arteria di un sistema di percorsi che si aprono verso spazi semi-pubblici, per la condivisione o per momenti di relax.

Sul Lido c’è il progetto dinext ENTERprise Architects. Una piscina pubblica integrata con un sistema di aree soleggiate e zone d’ombra, angoli dedicati ad attività sportive e per il tempo libero, con un prato e un pontile in legno. Il lago di Caldaro è una riserva naturale e il progetto è stato promosso per rendere il lido parte integrante della vita pubblica: una sorta di spazio ricreativo per cittadini e turisti. Il nuovo stabilimento è organizzato su due livelli, uno alla quota della terrazza e l’altro al piano dell’aquarium. Il primo, in particolare, è un belvedere, un paesaggio artificiale che si estende sul lago, si fa piscina e ospita due padiglioni caratterizzati da coperture sporgenti che connotano l’architettura.
 
Come un puzzle, il piccolo comune di Caldaro ha aggiunto un tassello dopo l’altro. Partendo dal rilancio della qualità del vino locale, anche attraverso la riqualificazione con Hermann Czech del café Weinhaus Punkt nella piazza centrale del paese, l’investimento nel contemporaneo ha progressivamente coinvolto altre realtà, diventando un obiettivo per tutta la popolazione, per la committenza pubblica e privata. Per le opere pubbliche come il Lido si è scelta la strada del concorso internazionale e le gare ad inviti sono diventate prassi anche per singole residenze. Una storia virtuosa in un contesto nazionale dove la cultura del contemporaneo, e la sensibilità per lo strumento del concorso per affidare gli incarichi, hanno ancora molta strada da fare.

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