Le risorse del Pnrr per la rigenerazione urbana. Oltre gli incentivi per la rigenerazione, ricadute su sociale e ambiente

Architettura italiana nel 2022. Quale ruolo per i giovani talenti?

Paola Pierotti, PPAN
27. janvier 2022
Eco-quartiere Porto di Mare (Milano) Categoria “Spazi urbani e rurali risanati”. Progetti selezionati per le buone pratiche, gli esempi e i concetti che illustrano i valori di sostenibilità, estetica e inclusione del nuovo Bauhaus europeo

Sono decollati i primi bandi del Piano nazionale di ripresa e resilienza. La declinazione italiana del Next Generation Eu, Italia Domani, studiata pensando alle generazioni future, dando vita ad una crescita economica più robusta, sostenibile e inclusiva, ha ingranato i primi passi. E a fine gennaio 2022 sono 15 i bandi aperti, per 12 miliardi di euro investiti a favore degli enti territoriali. 

Immagine estratta dal Pnrr aggiornato, italiadomani.gov.it

Tra gli investimenti previsti che hanno a che fare con la rigenerazione urbana c’è quello per l’attrattività dei borghi (1 miliardo di euro) e c’è il progetto “caput mundi” per i grandi eventi turistici creando degli itinerari a Roma e nei luoghi meno noti (500 milioni). Rimangono protagonisti l’Ecobonus e Sismabonus fino al 110% per efficientare la ristrutturazione degli edifici residenziali, compresa l’edilizia sociale e favorire le riqualificazioni profonde del parco immobiliare nazionale (14 miliardi di euro). Tra gli altri: attenzione agli ecosistemi per l’innovazione al Sud in contesti urbani marginalizzati (350 milioni), l’efficientamento di edifici giudiziari (411 milioni), fondi per la competitività delle imprese turistiche (1,7 miliardi), un hub per il turismo digitale (114 milioni), interventi infrastrutturali per le zone economiche speciali (630 milioni) e ancora interventi per la resilienza, la valorizzazione del territorio e l’efficienza energetica dei Comuni (6 miliardi), interventi per le aree del terremoto 2009 e 2016 (1,7 miliardi) e interventi socio-educativi per combattere la povertà educativa nel Mezzogiorno a sostegno del Terzo Settore (220 milioni). Spazio anche a Piani urbani integrati (2,8 miliardi), Piani di sostituzione di edifici scolastici e di riqualificazione energetica (800 milioni), progetti di rigenerazione urbana volti a ridurre situazioni di emarginazione e degrado sociale (3,3 miliardi); è rientrato nel Pnrr anche il programma innovativo per la qualità dell’abitare, il cosiddetto Pinqua (2,8 miliardi), e tra gli investimenti previsti altri sono per la sicurezza sismica nei luoghi di culto (800 milioni), la riqualificazione edilizia residenziale pubblica (200 milioni), lo sport e inclusione sociale (700 milioni), la sicurezza delle strade nelle aree interne (825 milioni), la tutela e valorizzazione del verde urbano (330 milioni), la valorizzazione dell’architettura e del paesaggio rurale (600 milioni), la valorizzazione dei beni confiscati alle mafie (300 milioni), ospedali sicuri e sostenibili (1,6 miliardi).

Un lungo elenco, non esaustivo se si vanno ad includere i recenti bandi per l’edilizia universitaria o quelli per gli studentati.

Il tempo corre e la clessidra del Pnrr ha imposto un cambio di passo a tutti. Enti locali e soggetti attuatori tirano fuori dai cassetti i progetti preparati in questi anni, chi ha studi di fattibilità, chi i definitivi: in base al bando, ci si organizza per candidare le operazioni pronte, in attesa di finanziamento. E per i nuovi progetti? La strada del concorso, invocata dagli Architetti, è al vaglio (anche con un fondo e con un bando-tipo) ma non sarà quella preferenziale considerando i tempi stretti, e la deadline per la consegna delle opere entro il 2026. 

Tra i maxiconcorsi annunciati in questa partita quello per la nuova Biblioteca europea di informazione e cultura (Beic) a Milano, che occuperà un’area di 36mila mq a fronte degli oltre 80mila dell’originario, e l’impatto economico si riduce a 101,574 milioni già previsti nel bilancio dello Stato nell’ambito del Pnrr (diversamente dagli oltre 200 previsti dal primo approccio di vent’anni fa con un progetto sempre esito di un concorso e allora firmato da Peter Wilson). 

Schizzo di progetto per la nuova Beic di Milano ©Peter Wilson

La transizione energetica, la crisi climatica e quella pandemica sono sottotraccia nella definizione di strategie, politiche e azioni. A tutte le scale del progetto il focus è il benessere dell’uomo, la qualità della vita e il futuro dell’ambiente. Le sfide sono numerose compresa quella di pensare a edifici o interni non come prodotti finali, ma come ad una sorta di “negozio” per il prossimo progetto. Un approccio che interessa tutta la filiera e che sposa tecnologia e digitalizzazione se si lega l’idea di una “banca dei materiali”, con tutti i dati necessari per nuovi cicli di vita del materiale, del prodotto e dei loro molteplici assemblati. 

Ecco che sostenibilità e digitalizzazione non potranno che essere protagoniste comuni della “transizione” in atto e il design potrà giocare un ruolo da protagonista. In un lavoro di “ricerca e sviluppo” che dovrà vedere allo stesso tavolo tutta la filiera della progettazione, dell’industria e delle costruzioni.

Cosa fare. Quando. Come. E chi sono i protagonisti? 

Allestimento della mostra-ricerca "Buone Nuove. Donne in architettura", ospitata al Maxxi di Roma fino all’11 settembre 2022. Una collezione di storie, progetti e visioni

Da qualche tempo nel dibattito pubblico dell’architettura italiana i fari sono stati puntati sulle donne. Per fare qualche esempio, il Museo Maxxi di Roma ha dedicato a loro la mostra “Buone nuove. Donne in architettura” curata da Pippo Ciorra, Elena Motisi ed Elena Tinacci, con un allestimento al femminile progettato da Matilde Cassani (fino all’11 settembre 2022): un inedito racconto, un punto di vista, un saper fare al femminile, tra narrazioni, pratiche e visioni. Poco prima la nomina della curatrice della prossima Biennale di Venezia: una donna e un architetto, Lesley Lokko. La Fondazione dell’Ordine degli Architetti di Milano ha ricordato il decennale della morte di Gae Aulenti con un evento sul tema e per fine febbraio ha in programma un’iniziativa “Verso un’urbanistica di genere: Milano, Vienna e Barcellona”, per indagare se esista una relazione tra gli studi di genere e la pianificazione della città. 

Il Next Generation Eu guarda alle future generazioni e il co-design con loro diventerebbe un elemento decisivo. Quale spazio e quali opportunità per i giovani talenti?

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