Nel team anche F&M Ingegneria e Matteo Gatto & Associati

Carlo Ratti e Italo Rota a Expo 2020 Dubai con il Padiglione Italia

Paola Pierotti, PPAN
18. marzo 2019
Render Padiglione Italia, render Gruppo Carlo Ratti Associati

Di Paola Pierotti, PPAN

Si è concluso in questi giorni, a quasi un mese dalla seduta pubblica che stilava la graduatoria provvisoria, il concorso internazionale di progettazione indetto per affidare l’incarico per il padiglione che rappresenterà il nostro Paese alla prossima Esposizione Universale prevista nel 2020 a Dubai sul tema “Connecting Minds, Creating the Future”. La sfida? Definire un’architettura che metta in scena con creatività e innovazione la “bellezza che unisce le persone”, la bellezza italiana da sempre elemento di connessione tra popoli, talenti e ingegno, eredità culturale mediterranea e ponte verso il futuro.

Carlo Ratti e Italo Rota erano stati protagonisti nel 2008 per l’Expo di Saragoza, il primo con il Digital Water Pavilion, l’altro con la “Ciudades de Agua”, una delle cinque piazze tematiche che l’Expo Zaragoza 2008 ha dedicato al tema generale “Acqua e sviluppo sostenibile”. Per Expo Milano 2015, Ratti ha progettato il Future Food District ed ora è in campo per il post-evento con il maxi progetto Mind insieme a Lendlease; Rota aveva firmato invece il padiglione del Kuwait e il padiglione del vino. Nel team vincitore del Padiglione Italia per Dubai 2020 c’è anche Matteo Gatto che per Milano 2015 è stato direttore Visitor Experience & Exhibition Design. E proprio capitalizzando questa esperienza, condotta nella direzione della progettazione di Expo Milano 2015, è nato lo studio matteogatti&associati. Accanto agli studi guidati da Ratti, Rota e Gatto c’è F&M Ingegneria che vanta un curriculum ricco in numerosi grandi eventi a scala internazionale, compreso Pechino 2010, e una sostanziosa partecipazione a Milano nel 2015, per dare struttura a 16 padiglioni, dal Cile alla Polonia, dal Messico alla Cina.

Sipari digitali, render Gruppo Carlo Ratti Associati

Il progetto architettonico proposto dalla cordata vincitrice si caratterizza per l’idea di usare “gli scafi di tre imbarcazioni italiane arrivate via mare, che – spiegano da Invitalia - saranno capovolti e innalzati uno accanto all’altro su alti pilastri, trasformandosi nella copertura del Padiglione. Dipinti ciascuno in modo diverso, i tre scafi visti dall’alto avranno l’aspetto di tre petali che compongono i colori della bandiera italiana”. L’architettura celebra la storia di uomini e esploratori italiani che nei secoli hanno solcato mari e terre lontane, intessendo contatti e relazioni con tutto il mondo. Al contempo, il riuso degli scafi capovolti si presenta come una scelta di sostenibilità che si riallaccia a una antica tradizione dei popoli di mare e pescatori d’Europa e del mondo.

Il Padiglione Italia occuperà una superficie di 3.500 metri quadri circa, sarà alto oltre 25 metri e collocato in un’area di grande visibilità all’interno del sito di Expo 2020 Dubai.

Sipari digitali, render Gruppo Carlo Ratti Associati

“Il progetto di Ratti, Rota, Gatto e F&M - dichiara Paolo Glisenti, Commissario Generale dell’Italia per Expo 2020 Dubai - ci permette di realizzare uno spazio non solo espositivo ma rappresentativo del migliore ingegno italiano, offrendo una memorabile esperienza ai visitatori, facendo vedere al mondo competenze, talenti e ingegni multidisciplinari che possono diventare promotori di nuove opportunità formative, professionali e imprenditoriali. Il Padiglione Italia sarà realizzato con il contributo di aziende partner - grandi, medie e piccole - chiamate a fornire le migliori componenti costruttive, impiantistiche, tecnologiche e scenografiche, capaci di dimostrare le competenze più innovative impegnate oggi nella sostenibilità, nell’economia circolare, nell’architettura digitale”.

Carlo Ratti richiama l’attenzione anche sull’architettura circolare: “le imbarcazioni che diventano parte del Padiglione potranno continuare a essere utilizzate in modi diversi anche dopo la fine di Expo”. “Ci sarà un Prologo, con ampi spazi ispirati alle forme delle piazze italiane, e un Gran Finale che sarà quasi come una cattedrale della Natura, della luce, della musica dell’Universo, come il cielo sul Mediterraneo e sul Deserto. Il percorso espositivo - aggiunge Rota - sarà scandito come un’ascesa, fino a un punto in cui diventi possibile, con l’immaginazione, osservare l’Italia dal cielo”. 

Render degli interni, render Gruppo Carlo Ratti Associati

Gli altri team in gara. Erano 19 in tutto le proposte le proposte in gara e due sono state escluse preliminarmente: il team guidato da One Works per ragioni tecniche, quello guidato da Mario Cucinella Architects per l’amministrativa. In graduatoria in seconda posizione si è distinto il team con Gianluca Peluffo&Partners Architettura (con Pr Ass Tecnica Edilizia, Greenland e HZ Studio Architecture&Engineering), a seguire Dodi Moss che ha coinvolto anche l’artista Edoardo Tresoldi (con Progettando, Studio Costa Architecture, Emanuele Donadel, Studio tecnico Ing. Gaetano Farella, Francesco Leo e Francesco Marzulli). A seguire le cordate guidate da Studio Transit, Iodice Architetti, Michele De Lucchi e Studio Altieri

Complessa sfida internazionale per dare vita ad una “vetrina” per il Paese. Centinaia i professionisti coinvolti e molti i temi da affrontare e gestire. Tre i membri della giuria: il critico dell’architettura Luca Molinari, il tenente colonnello Fabio Dragone, esperto in ingegneria civile e lo scenografo Sergio Tramonti esperto in allestimenti.

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