Architetto italiano dell’anno? Lo studio Bergmeisterwolf architekten

Paola Pierotti, PPAN
18. November 2019
Hotel Belvedere, San Genesio, Bolzano, Bergmeisterwolf architekten. Foto di Gustav Willeit

Lo studio altoatesino è stato scelto dalla giuria presieduta da Winy Maas, fondatore dello studio MVRDV e direttore di Domus per il 2019, con un’opera che “risponde al contesto con attenzione ai materiali e con una audace soluzione formale”. I giovani sono stati scelti invece per il progetto di ristrutturazione della Scuola Enrico Fermi, a Torino, che, come si legge nelle motivazioni “è attento alle necessità dei fruitori e si caratterizza per la grande eleganza in un progetto gioioso”. L’istituto è tra l’altro un’opera nata da un concorso di progettazione, con un’iniziativa promossa sulla piattaforma Concorrimi dell’Ordine degli Architetti di Milano.
Allo studio Bergmeisterwolf è andata anche la menzione per la categoria “Opere di nuova costruzione” e al “Giovane Talento dell’Architettura italiana 2019” quella per la categoria “Opere di Restauro o Recupero”.
 

Rifugio al sasso Nero, San Giovanni (Bz), Stifter + Bachmann. Foto di Oliver Jaist

I premi come occasione per fare rete tra CNAPPC e gli Ordini provinciali, per dare visibilità a quegli architetti italiani che si ritiene rappresentino un’eccellenza. La premiazione si è tenuta il 15 novembre a Cà Giustinian, sede della Biennale di Venezia, nel corso della settima edizione della Festa dell’Architetto, appuntamento che è stato confermato nonostante le ore drammatiche per la città “proprio per testimoniare la solidarietà e la vicinanza degli Architetti italiani ai cittadini veneziani” ha precisato il CNAPPC in una nota. In questo contesto, l’Ordine degli Architetti di Venezia ha lanciato anche una raccolta fondi per il restauro della balaustra in pietra d’Istria fronte bacino San Marco, non lontano dai Giardini della Biennale, pesantemente danneggiata dalla marea eccezionale del 12 novembre. «Un luogo riconoscibile – ha commentato la presidente di Venezia, Anna Buzzacchi – trovandosi in corrispondenza del monumento alla Partigiana, opera di Carlo Scarpa con una scultura di Augusto Murer».

Terre in movimento, Ancona, Gnomone. Foto di Marco Maria Zanin

In occasione della Festa dell’Architetto sono state anche attribuite  una serie di menzioni: per la categoria “Opere di Allestimento o di Interni” allo studio Gnomone - di Federica Andreoni, Mattia Biagi, Annachiara Bonora, Valerio Socciarelli - per il Progetto “Terre in Movimento” al quale ha partecipato allestendo gli spazi della Chiesa di San Gregorio Illuminatore di Ancona; per la categoria “Opere in Spazi Aperti, Infrastrutture, Paesaggio” a Stifter + Bachmann per “Il rifugio al Sasso Nero” a San Giovanni (Bolzano); la menzione per la categorie “Opere di design” - entrata tra i Premi dall’edizione 2018 - è andata a Giacomo Fava per l’Air Purifier, “oggetto innovativo che esalta il benessere nelle nostre case”. 

«L’edizione 2019 dei premi del CNAPPC è stata dedicata al rapporto tra gli spazi di vita dell’uomo e la felicità. La relazione tra lo spazio in cui si vive e le nostre emozioni emerge fin dai tempi antichi – ha commentato Alessandra Ferrari, consigliere CNAPPC delegata alla promozione della cultura architettonica e della figura dell’architetto – e in questo contesto apriamo una riflessione sull’influenza dell’architettura e del design sull’essere umano». 

Per la promozione della qualità progettuale architettonica italiana, una selezione dei progetti che hanno partecipato ai Premi confluirà, come nelle scorse edizioni della Festa dell’Architetto, nello Yearbook, pubblicazione che si pone l’obiettivo di diventare una delle più complete raccolte nazionali ed internazionali di architettura italiana e che viene distribuita in Italia e nelle più importanti manifestazioni internazionali alle quali partecipa il Consiglio Nazionale degli Architetti.

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