Corsa per il Mies van der Rohe Award 2019: 17 opere costruite in Italia

Paola Pierotti, PPAN
19. December 2018
Immagine cortesìa della Commissione Europea e della Fundació Mies van der Rohe

Il Museo M9 di Mestre, inaugurato il 1 dicembre, è in lizza per il Premio dell'Unione Europea 2019 per l'architettura contemporanea - Mies van der Rohe Award. Firmato dallo studio tedesco Sauerbuch Hutton, vincitori di un concorso internazionale indetto nel 2010 dalla Fondazione di Venezia, il nuovo museo si compone di tre edifici, il principale dedicato a funzioni museali, con particolare attenzione al digitale. Dopo 8 anni di lavori si è recuperato un ex convento tardo cinquecentesco e si è ristrutturato un edificio direzionale degli anni Settanta, con un progetto mix use che dialoga con il passato, restituendo alla città un’area non del tutto valorizzata. Il nuovo museo di Mestre, insieme ad altre architetture come la biblioteca Benediktinerstift Marienberg progettata a Burgeis da Werner Tscholl o la casa ANM 2018 progettata da Maria Giuseppina Grasso Cannizzo a Modica, interpretano a pieno il messaggio della Commissione europea che ha istituito il 2018 come anno europeo del patrimonio culturale. Attenzione al dialogo tra nuovo e antico quindi, «rilevando l’importanza dell’architettura contemporanea – ha sottolineato Michel Magnier, del Direttorato generale di istruzione e cultura della Commissione Europea - nell’ambito del nostro patrimonio storico. Un elemento, questo, identificabile nelle nomination del Mies van der Rohe Award per il 2019, dato che il 24% delle proposte interviene proprio sul patrimonio, mentre un altro 14% è realizzato in contesti storici».

Il Museo M9 di Sauerbuch Hutton - Foto ©AlessandraChemollo, cortesía UE e Fundació Mies van de Rohe

Sono 17 le opere italiane in lizza per il nobel europeo dell’architettura promosso dalla Commissione europea e dalla Fundació Mies van der Rohe. Dei 383 progetti in gara, 27 architetture sono spagnole, 21 sono costruite in Belgio, 19 in Francia, 19 in Regno Unito, 18 in Germania e altrettante in Polonia, 17 in Austria, Italia e Portogallo. 

Casa ANM 2018 a Modica di Maria Giuseppina Grasso Cannizzo - Foto ©Giulia Bruno, cortesía UE e Fundació Mies van de Rohe

Tra i progettisti italiani selezionati anche lo studio di Toti Semeraro per l’atelier dell’artista Marco Bagnoli a Firenze e Lissoni Architettura per la Casa Fantini a Pella, sul lago d’Orta. 

L’atelier dell’artista Marco Bagnoli a Firenze di Toti Semeraro - Foto ©Stefano Zanardi, cortesía UE e Fundació Mies van de Rohe
Casa Fantini a Pella di Lissoni Architettura - Foto ©G.Gastel, cortesía UE e Fundació Mies van de Rohe

Non mancano le scuole come quella progettata da feld72 Architekten nel comune di Terento in provincia di Bolzano (Bildungs Ensemble) o quella dello studio di Luca Peralta con 3TI Progetti nel comune di Bisceglie (scuola Sandro Pertini). 

Scuola a Terento di feld72 Architekten - Foto ©Hertha Hurnaus, cortesía UE e Fundació Mies van de Rohe
Scuola a Bisceglie di Luca Peralta con 3TI Progetti - Foto ©Alessandro Peralta, cortesía UE e Fundació Mies van de Rohe

Tra gli altri italiani coinvolti anche Park Associati con l’headquarter Engie a Milano, Canali Associati con la sede Prada ad Arezzo e Cino Zucchi Architetti con la nuova operazione per Lavazza aTorino, per quanto riguarda le sedi aziendali e i luoghi del lavoro.

L'headquarter Engie a Milano di Park Associati - Foto ©Andrea Martiradonna, cortesía UE e Fundació Mies van de Rohe
La sede Prada ad Arezzo di Canali Associati - Foto ©Alesando Ciampi, cortesía UE e Fundació Mies van de Rohe
La sede Lavazza a Torino di Cino Zucchi Architetti - Foto ©Andrea Martiradonna, cortesía UE e Fundació Mies van de Rohe

Non solo grandi architetture. In lizza tra gli italiani anche Filippo Taidelli con la Casa Paci a Scutari in Albania, Elasticospa+3 per una residenza a San Quirino in provincia di Pordenone e Studio Albori con la ristrutturazione di due case contadine a Gremiasco.

Residenza a San Quirino di Elasticospa+3 - Foto ©Mattia Balsamini, cortesía UE e Fundació Mies van de Rohe
Due case contadine a Gremiasco di Studio Albori - Foto ©Studio Albori, cortesía UE e Fundació Mies van de Rohe
Casa Paci a Scutari in Albania di Filippo Taidelli - Foto ©Andrea Martiradonna, cortesía UE e Fundació Mies van de Rohe

A scala internazionale gli edifici correlati alla cultura continuano a formare il più vasto gruppo di opere con il 15% del totale (4% in meno rispetto al 2017), seguito da edifici a uso misto con il 14% (2,5% in più rispetto al 2017). Questi due gruppi sono seguiti dagli edifici residenziali e per l’istruzione, che rappresentano ciascuna il 10%. 

La commissione, formata da Dorte Mandrup, George Arbid, Angelika Fitz, Ștefan Ghenciulescu, Kamiel Klaasse, María Langarita e Frank McDonald, selezionerà 40 opere e i 5 progetti finalisti che saranno visitati nel mese di aprile. Il processo culminerà con la cerimonia di premiazione del 7 maggio al Padiglione di Mies van der Rohe a Barcellona.
 

Other articles in this category